Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 19:11
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

Sea Watch, la Corte europea dà ragione a Salvini. E si aggiunge così alla lista degli ignavi

Immagine di copertina
Credit: FEDERICO SCOPPA / AFP

Sea Watch Corte europea  diritti umani – Questa sentenza di oggi è uno spartiacque, una data che segna un confine, un giudizio che pesa come un fardello, gravido di responsabilità morali. Adesso non c’è più solo Matteo Salvini, a tenere in quarantena i migranti. Adesso anche la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo mette il suo sigillo all’infamia, rifiutando il ricorso della SeaWatch.

Dal 12 giugno i profughi salvati dalle acque stanno in mezzo al mare. Da tredici giorni una mano lava l’altra e a nessuno importa nulla. Da sei giorni un solo uomo, Don Carmelo La Magra, 38 anni, insieme ai suoi parrocchiani dorme sul sagrato di una chiesa per condividere in mondo solidale la condizione delle 42 persone – uomini e donne – che la vigliaccheria degli eurogoverni, e l’arroganza del nostro, hanno trasformato in carne da macello, lasciata a marcire sulle punte di una nave.

Che Salvini si danni l’anima per impedire a questi naufraghi di mettere piede a terra è fin troppo chiaro. Ma che adesso gioisca, perché considera questa sentenza una avallo della sua politica, è una piccola infamia aggiuntiva. Non per lui in questo caso – di lui abbiamo già detto e scritto – ma per le belle animelle che pretendono di difendere i diritti umani, ma lo fanno con un moto di trasporto emotivo da impiegati del catasto che si applicano alle visite di una planimetria.

Sea Watch Corte europea  diritti umani –  Si possono avere tante idee sul problema dell’immigrazione e si può anche pensare che sia giusto che l’Europa debba cambiare le sue procedure. Non che si lavi le mani del problema, non che abbandoni delle persone che fuggono dalla disperazione al loro destino. Perché, poi, alla fine, il punto è sempre questo: in una scatola di latta in mezzo al mare, ci sono 42 persone senza approdo e senza prospettiva: molti sono giovani, molte sono donne, e tutte queste persone, che hanno rischiato la vita, non possono sbarcare.

Sì, è vero, sono stati fatti scendere i bambini e i malati come sempre si fa in tempo di guerra, come per un obbligo di carità (e di immagine) espletato controvoglia. Ma tutti gli altri immigrati sono bloccati in mezzo al mare, in attesa che qualcuno decida.

Stanno al largo, sotto il sole dell’estate che picchia, e non è una bella vita. Dicono: non rischiano di morire, però. Si, certo, però sono in una condizione umana drammatica, e forse non ce ne accorgeremmo nemmeno, forse ce ne dimenticheremmo molto facilmente, se non ci fossero questi corpi che si mettono di mezzo bloccando l’ingranaggio dell’indifferenza.

Il corpo di un parroco e dei suoi fedeli, che hanno deciso di mettersi in parallelo con quelli di chi sta con la vita sospesa al largo. I colori di coloro che dicono: “Finché non scendono loro, noi resteremo qui”. Poi ci sono il coraggio di una donna – un giovane capitano donna di trent’anni, Carola Rakete – e del suo equipaggio. E poi, da stasera, c’è il nulla. O meglio: ci sono le pance piene e le coscienze belle degli eurocrati a pancia piena che fanno la morale ma non muovono un dito.

Ma, da stasera, al corteo degli ignavi si è aggiunto anche il piccolo collegio di legulei che hanno voltato la testa da un lato.

Sea Watch Corte europea  diritti umani –  Lo so, lo so, che il sentimento di opinione che apparentemente prevale nel nostro Paese è un altro: so che l’umore collettivo è quello di chi tende a dire chi se ne frega. So che adesso questo giudizio diventerà l’alibi di molti: come se scappare dalle carceri libiche non fosse una motivazione sufficiente per ottenere il diritto di asilo, riconosciuto da tutte le convenzioni internazionali.

Viviamo in un tempo barbaro in cui pietà l’è morta. Questa sentenza di oggi è uno spartiacque, una data che segna un confine, un giudizio che pesa come un fardello. Ed è per questo che stasera stiamo con i cuori al fianco del vite sospese e al fianco di chi resiste: Don Franco, Carola – che minaccia di forzare il blocco e probabilmente lo farà domani -, i fedeli che si impongono le notti sul sagrato.

Perché ci sono momenti in cui chi vince ha la forza, ma non la forza della ragione. I momenti bui, il tempo delle deportazioni, dei golpe e dei desaparecidos. Eppure alla Corte europea dei sette nani bisognerebbe ricordare proprio questo. Che i diritti non possono essere cancellati. E che le coscienza non possono essere spente a maggioranza semplice. Almeno finché qualcuno troverà la forza di mettersi con il corpo dalla parte dei più deboli, anche senza sapere se si vince o si perde.

Sea Watch 3, l’appello dei migranti in un video: “Fateci sbarcare” | Video

L’immagine virale della rotta della Sea Watch 3, che vaga a largo di Lampedusa senza poter attraccare

Ti potrebbe interessare
Cronaca / Cesara Buonamici denuncia per stalking il fratello Cesare: “Perseguitava lei e il marito”
Cronaca / Sciopero dei treni a novembre 2024: quando sarà il prossimo?
Cronaca / Napoli, bambino di 10 anni accoltella 13enne che rifiuta di consegnargli il pallone
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Cesara Buonamici denuncia per stalking il fratello Cesare: “Perseguitava lei e il marito”
Cronaca / Sciopero dei treni a novembre 2024: quando sarà il prossimo?
Cronaca / Napoli, bambino di 10 anni accoltella 13enne che rifiuta di consegnargli il pallone
Cronaca / Lecce, 26enne inala la "droga della risata" da un palloncino e muore
Cronaca / Il giallo del panino e il chirurgo bocciato al test di medicina: cosa sappiamo finora sulla morte di Margaret Spada
Cronaca / Chi era Amar Kudin, il poliziotto-rugbista di 32 anni morto nell’incidente fra due volanti a Roma
Cronaca / Roma, incidente fra due volanti: muore un poliziotto di 32 anni, feriti due colleghi e un fermato
Cronaca / Bari, tre ragazzi arrestati per l’omicidio di un clochard: “Usato come bersaglio per testare la pistola”
Cronaca / Torino, scontri con gli studenti: 15 poliziotti feriti. Meloni e Schlein condannano le violenze
Cronaca / All’aeroporto di Fiumicino una Newton Room permanente dedicata alla formazione nelle discipline scientifiche