Scuola, presidi e sindacati in rivolta contro governo: “Risposte certe o si torna alla Dad”
Scuola, presidi e sindacati in rivolta contro governo: “Risposte certe o si torna alla Dad”
“Se dobbiamo continuare a praticare il distanziamento la dad è inevitabile, la vaccinazione è la strada per evitarlo”, così ieri Antonello Giannelli, il capo dell’Associazione nazionale presidi, a margine dell’incontro tra sindacati, tecnici del ministero, struttura commissariale e Anp con il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che però non ha dato loro i chiarimenti che cercavano sul ritorno a scuola.
Il quotidiano Repubblica parla di una “fumata nera”, anche perché era assente il rappresentante del Cts da cui attendevano risposte. La sensazione è che si punti tutto sull’obbligo di vaccinazione quando servono certezze su spazi, trasporti, tracciamento dei contagi. Eppure, per ora, l’orientamento del governo è quello di domandare il ritorno in presenza di personale e alunni anche dove non c’è garanzia di distanziamento.
È uno dei punti contenuto nel piano per il rientro che Bianchi trasmetterà domani alle Regioni, il quale dovrebbe includere anche la “forte raccomandazione” a vaccinarsi, in un momento in cui anche se l’85,5 per cento del personale scolastico risulta vaccinato almeno con la prima dose, permangono le differenze regionali. Ma per ora è escluso l’imposizione di un obbligo.
I sindacati intanto esigono chiarezza dal Cts, risposte certe e non “accordi di facciata”. “Non saranno i dirigenti scolastici a trasformarsi in virologi” ha dichiarato Lena Gissi della Cisl scuola. “No agli spot, il governo investa sulla scuola. Invece sul fronte delle risorse dobbiamo registrare un chiaro disinvestimento”, ha osservato Francesco Sinopoli della Flc-Cgil. “È il governo che deve decidere, si assuma le proprie responsabilità. Per adesso i nodi strutturali non sono stati risolti”, ha spiegato Pino Turi della Uil.