Esclusivo TPI: “La scuola così non è sicura”. Le lettere di diffida degli insegnanti ai presidi
“Vi ricordo le responsabilità che vi assumete nei confronti di tutti gli alunni per qualsiasi misura di sicurezza doveste adottare per i medesimi”, si rivolgono così gli insegnanti e i genitori nelle diffide indirizzate ai presidi e inviate anche al Comitato tecnico-scientifico per non riaprire le scuole a settembre senza un piano di sicurezza specifico che stanno arrivando in queste ore a decine in tutti gli Istituti d’Italia e che TPI può mostrare in esclusiva.
Dibattito infuocato
Il dibattito sulla riapertura della scuola è molto teso in queste ore in Italia. Sul tavolo c’è la questione dell’isolamento degli alunni e dei professori che risultano positivi, l’uso dei banchi con le rotelle e la mancanza di un vero e proprio piano nel caso in cui dovessero crearsi dei focolai. Secondo insegnanti e genitori “così la scuola non è sicura”. Ma la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina assicura che la riapertura avverrà il 1 settembre, nonostante tutto.
Mascherine e didattica online: il rifiuto
Da nord a sud, da Rozzano a Latina (due delle diffide in nostro possesso), gli insegnanti e le famiglie chiedono a gran voce il ritorno alla normalità per i loro alunni. E sono molto duri su due aspetti: le mascherine e la didattica online. Gli insegnanti dicono che “non si può tornare indietro, al momento della quarantena, perché bisogna garantire a tutti un’istruzione”. Si legge nella diffida: “Riguardo l’uso della mascherina, mentre potrebbero esservi dei pericoli/effetti collaterali dannosi nell’uso della stessa, oltre a danni di uso psicologico, comunico la mia contrarietà all’utilizzo durante l’intero orario scolastico”. E sulle lezioni via connessione: “Non daremo il nostro consenso alla partecipazione dei nostri figli alla didattica a distanza”. (Qui il PDF della diffida degli insegnanti, mentre qui quella dei genitori).
Cosa rispondono i presidi
Antonello Giannelli, a capo dell’Associazione nazionale presidi, risponde così alle accuse mosse dagli insegnanti nelle lettere: “Le diffide sono prive di fondamenti. Sono stati compiuti molti sforzi, il governo ha investito molto, i presidi hanno lavorato tutta l’estate e non si può vanificare questo lavoro per deliranti richieste e sospetti di inadeguatezza del sistema scolastico. Non condivido le posizioni di coloro che minacciano i dirigenti per ricorso alle vie legali perché non vogliono ci sia la ripartenza della scuola”.
Tra misurazioni dell’ampiezza delle aule, distanziamento, mascherine e gel, consegna ritardata dei banchi monoposto e ricerca di nuovi locali, i dirigenti scolastici si trovano in un momento cruciale. E per rispondere a tutti questi nodi hanno meno solo due settimane.
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