Fim-Cisl proclama lo sciopero all’ex Ilva di Taranto, critiche da Uilm: “No a decisioni sindacali solitarie”
Fim-Cisl proclama lo sciopero all’ex Ilva di Taranto, critiche da Uilm: “No a decisioni sindacali solitarie”
Il sindacato Fim-Cisl ha proclamato lo sciopero a partire dalle ore 15 di oggi, 6 novembre 2019, nello stabilimento ex Ilva di Taranto. La decisione arriva in seguito all’avvio della procedura di cessione comunicata da ArcelorMittal. Ad annunciarlo è il segretario generale Fim-Cisl, Marco Bentivogli.
“No a decisioni sindacali solitarie che contribuiscono ulteriormente ad inasprire il clima di tensione, sfiducia e preoccupazione presente tra i lavoratori. Queste azioni rendono ancora più complicata questa drammatica vicenda che riguarda migliaia di lavoratori degli stabilimenti ex Ilva”, ha commentato il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, dopo la notifica della procedura ex art.47 avviata da ArcelorMittal nei confronti dei commissari straordinari di Ilva e dopo la proclamazione dello sciopero a Taranto da parte della Fim-Cisl.
“Faremo tutte le nostre valutazioni e metteremo in campo ogni iniziativa conseguente dopo aver conosciuto i contenuti dell’importantissimo vertice che si sta svolgendo a Palazzo Chigi”, sottolinea Palombella. La situazione, aggiunge, è “drammatica” e “siamo ancora una volta chiamati e impegnati ad evitare di alimentare divisioni tra le organizzazioni sindacali che si ripercuoterebbero inevitabilmente sui lavoratori. Siamo solo all’inizio ed è opportuno tenere i nervi saldi per evitare il più grande disastro ambientale, industriale e occupazionale dal dopoguerra a oggi”.
Poco dopo arriva anche il commento della segretaria generale Fiom-Cgil, Francesca Re David: “In attesa di conoscere l’esito del delicato incontro tra Governo e proprietà, permane lo stato di agitazione in tutto il gruppo ArcelorMittal. Le modalità delle iniziative di sciopero e della mobilitazione verranno decise nelle prossime ore, insieme alle rappresentanze sindacali dei diversi stabilimenti. Per noi è necessario l’integrale rispetto dell’accordo da parte del Governo e dell’azienda ed è inaccettabile qualsiasi ipotesi di ridimensionamento occupazionale di tutti gli stabilimenti del gruppo”.