Scarcerazione per il Covid-19, 100 mafiosi chiedono i domiciliari: c’è anche il fratello di Totò Riina
Le istanze di scarcerazione per “rischio Covid” aumentano di giorno in giorno. L’edizione odierna di Repubblica parla di oltre 100 richieste che stanno arrivando dai mafiosi per scontare la pena ai domiciliari per motivi di salute. Il nome più rilevante nella lista di chi ha fatto domanda è al momento quello di Gaetano Riina, il fratello del capo dei capi di Cosa Nostra, che è detenuto a Torino.
“Ha 87 anni ed è gravemente ammalato”, dice uno dei suoi legali, l’avvocato Pietro Riggi. “Nella nostra istanza scriviamo che nel carcere di Torino ci sono 60 detenuti risultati positivi al Coronavirus, una situazione davvero pericolosa per un anziano che ha un solo rene, che ha già rischiato la vita con più infarti e un enfisema polmonare” . Riina deve scontare ancora due anni, l’ultima condanna è stata emessa dal tribunale di Napoli per il reato di concorrenza illecita, nell’ambito di una indagine sul controllo del trasporto ortofrutticolo.
Dopo la scarcerazione dell’esponente del clan dei casalesi Pasquale Zagaria, di cui noi di TPI abbiamo mostrato l’ordinanza motivata per Coronavirus, un centinaio di boss siciliani e altrettanti di camorra e ‘ndrangheta hanno presentato domanda. La posizione delle procure distrettuali antimafia viene ribadita ad ogni udienza: “Gli arresti domiciliari sono assolutamente inidonei per soggetti ad alta pericolosità”, ma le polemiche non sembrano fermarsi.
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