Scanzi si vaccina con AstraZeneca grazie a una lista di riserva che la Usl Toscana rende pubblica solo il giorno dopo
“Nel pieno rispetto delle regole, (ieri) mi sono messo garbatamente nella lista dei disponibili al vaccino a fine giornata, per non buttare via nessuna dose altrimenti gettata via. A fine giornata, il responsabile di vaccinazione della mia zona mi ha informato che c’era una dose disponibile.
Così, come avevo detto nei giorni scorsi ho preso la macchina e mi sono vaccinato. Con AstraZeneca. E spero anche che la stragrande maggioranza degli italiani faccia nelle prossime settimane come me”. Scriveva così Andrea Scanzi ieri sera sui suoi social. Insomma, si è vaccinato al Centro Affari di Arezzo.
Ha fiducia nella scienza e questo è un bel segnale, ma c’è oggi un tema di fiducia nei confronti del governo, del sistema sanitario e del piano vaccinale che sarebbe altrettanto importante e che in questa vicenda provoca più di una perplessità.
É importante capire perché Andrea Scanzi, giornalista, 46 anni, in buona salute, sia riuscito entrare in una “lista” di vaccini avanzati. In una prima versione del suo post Scanzi aveva scritto semplicemente che nel pieno rispetto delle regole si era inserito in questa fantomatica lista. Poi, dopo i primi commenti scettici sull’esistenza di questa lista e sul fatto che non appartenga a categorie prioritarie, come da cronologia su fb, ha aggiunto nel post che è “caregiver di genitori fragili”, dunque ne aveva il diritto.
Che sarebbe anche vero, ma essere caregiver prevede che ci si prenda cura di familiari o altre persone in forma continuativa o attraverso un contratto e per “fragilità” si intendono solo persone con determinate patologie, che in teoria dovrebbero essere già vaccinate.
Dunque, o Scanzi si è vaccinato prima dei genitori e dunque i genitori non sono ancora vaccinati e lui sì, oppure si è vaccinato senza un’urgenza evidente, perché i suoi erano già vaccinati. Che sia l’una o l’altra, la questione in Toscana (e forse non solo in Toscana) è molto opaca. E questo al di là della situazione familiare di Scanzi, perché il tema è l’esistenza di questa lista fantasma. Tema che solleva proprio il giornalista aretino.
Che ha aggiunto: “Non ci sono state tutte queste defezioni”, quindi di vaccini avanzati ieri ad Arezzo ce n’erano pochi. E che Scanzi sia caregiver o no, la Asl Toscana dovrebbe fornire alcune spiegazioni.
Perché il responsabile della sanità digitale della Regione Toscana Andrea Belardinelli, solo 24 ore fa aveva dichiarato: “Nel giro di pochi giorni la Regione Toscana istituirà sul portale web prenotavaccini.sanita.toscana.it la possibilità di inserirsi nelle liste di riserva previste dall’ultima ordinanza del commissario per l’emergenza Paolo Figliuolo per evitare di sprecare anche una sola dose di siero. Potranno accedere alle liste di riserva solo le persone appartenenti alle categorie ritenute prioritarie, al momento personale della scuola, delle forze dell’ordine, dei servizi del 118, delle associazioni di volontariato del trasporto sanitario e le persone nate fra il 1941 e il 1944 (quindi gli anziani fra i 77 e gli 80 anni)”.
Dunque, sembra assai strano che tra i pochi vaccini AstraZeneca avanzati ieri ad Arezzo (lo ha detto Scanzi), con tutte quelle priorità si sia arrivati a un giornalista di 46 anni in buona salute con genitori molto fragili, dunque presumibilmente già vaccinati.
E Scanzi parla proprio di “un responsabile vaccinale” che lo ha chiamato al telefono per invitarlo ad andare a vaccinarsi. Chi sarebbe questo responsabile e perché esistono liste di riserva che i comuni cittadini non conoscono, a cui non hanno accesso? Perché non sono PUBBLICHE? E se esistono già, ancora peggio, sono ben nascoste. Magari le conosce l’amico dell’amico o se ne viene a conoscenza solo parlando con un medico, che è ancora più grave. Immaginiamo che il vecchietto meno brillante di un giornalista non abbia la scaltrezza, la velocità, i mezzi e le conoscenze per entrare in quella lista.
Il “Centro affari di Arezzo” dove Scanzi dice di essersi vaccinato, il responsabile della sanità digitale della Regione Toscana Andrea Belardinelli e Il presidente di regione Eugenio Giani dovrebbero chiarire questi punti. Fornire la possibilità di accedere a questa lista a tutti, perché sul portale vaccini Toscana quella lista non c’è.
Infine, si potrebbe aggiungere che non c’è nulla di eroico nel fare il vaccino AstraZeneca. Quel dire, come Andrea Scanzi, in video successivi che “L’ho fatto, facendo un po’ da cavia”, “c’era preoccupazione tra i familiari”, non è esattamente uno spot al vaccino. Anzi. Dà l’idea che si parli ancora di qualcosa di incerto, riscosso e sperimentale. Non si è cavie, nel vaccinarsi oggi con AstraZeneca, perché solo in Italia sono state già inoculate 1 milione e 153000 dosi di AstraZeneca.
E l’unica preoccupazione che dovrebbe esistere è quella di lasciare il posto, anziché “il post”, a chi ne ha più bisogno.