“L’acido ti resta dentro, 7 anni di carcere per Sara Del Mastro non bastano”: a TPI parla Gessica Notaro
“Giuseppe Morgante non è stato ascoltato perché è un uomo, e c’è ancora questa mentalità”. Sono molto forti le parole che usa Gessica Notaro, la bellissima miss Romagna attaccata con l’acido nel 2017, per commentare a TPI il caso – oggi al centro del dibattito nazionale – dell’uomo che è stato sfregiato dalla ex fidanzata di 38 anni Sara Del Mastro, condannata oggi in primo grado con rito abbreviato dal Tribunale di Busto Arsizio a 7 anni e 10 mesi di carcere (più due di libertà condizionata).
Il 19 aprile 2019 Giuseppe aveva denunciato Sara alla Polizia, qualche giorno dopo essersi rivolto al programma Le Iene per raccontare la grave situazione di stalking e minacce (si trattava di anche 800 chiamate al giorno, appostamenti, foto di bare inviate da lei a lui). Pochi giorni di distanza e il 7 maggio avviene l’agguato con l’acido, che ha lasciato Giuseppe sfigurato in volto, sul collo e sul petto. La pena decisa per Sara Del Mastro è molto più bassa rispetto a quella di 15 anni che Edson Tavares, ex compagno di Gessica, deve scontare per averla ferita in modo indelebile.
Gessica, la pena di 7 anni e 10 mesi è commisurata a ciò che Sara Del Mastro ha compiuto? La trova giusta?
La pena è ridicola. Perché Sara del Mastro è stata condannata a pochi anni, ma le assicuro che Giuseppe avrà bisogno di molto più tempo di 7 anni per recuperare. L’acido ti resta dentro, ti cancella parti di te. Sia per le ferite esterne, per le quali si dovrà operare, dovrà fare controlli. E non è detto che ce la farà, perché è stato ferito molto gravemente. Senza contare poi le ferite interiori, che per rimarginarsi sono ancora più lente. Io ho sempre fiducia nella giustizia, che nel mio caso ha fatto le cose come andavano fatte. Ma dispiace vedere che in questo caso non è stato altrettanto.
I legali di Sara del Mastro hanno scelto di chiedere il rito abbreviato, cosa ne pensa?
Il rito abbreviato è stato accolto per la signora, per legge glielo hanno consentito. E’ così che funziona. Ma il punto è un altro: questo ragazzo ha avuto possibilità di un rito abbreviato dalla vita? No.
Si sente vicina a Giuseppe?
Sì, molto, perché sta passando quello che ho passato io anche se la storia è molto diversa dalla mia. Anzi, Giuseppe ha subìto un attacco peggiore del mio, il suo volto e il suo collo sono stati completamente cancellati.
Quale è stato il cortocircuito che ha portato a un gesto così estremo?
Si è arrivati a tanto nonostante lui avesse ampiamente denunciato la sua situazione. Giuseppe subiva stalking e addirittura prima dell’aggressione era andato in onda un servizio a Le Iene, che è un programma di massa, che era arrivato al grande pubblico. Perché si deve arrivare a chiedere aiuto alla televisione? Temo che non sia stato preso in considerazione in quanto uomo.
Cioè, è stata decisa una pena minore per il solo fatto delle sue generalità?
No, io sto parlando delle settimane precedenti all’aggressione, lì dove si poteva intervenire e salvare una persona. Quando Giuseppe ha denunciato e non è stato ascoltato. Questa cosa è successa perché non gli è stato dato il giusto peso. E lei è riuscita a sfregiarlo.
Perché, secondo lei, si è arrivati a questo paradosso in cui dopo tanti anni di battaglia per la difesa delle donne, oggi alla fine si compiono gli stessi errori con uomini vittime di violenza?
Perché la gente non capisce proprio questa cosa. Noi facciamo un enorme lavoro per la sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, ma non dobbiamo dimenticarci che ci sono anche degli uomini molto buoni che vengono fregati dalle donne. E quando un uomo chiede aiuto, molti non lo prendono in considerazione. Perché si pensa ce la possa fare da solo, perché la donna viene vista come “innocua”. Nel caso di Sara non è stato così.
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