La Sapienza chiude la Biblioteca Alessandrina per contenere le proteste anti-Israele degli studenti
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Da ieri, lunedì 13 maggio, la Biblioteca universitaria Alessandrina di Roma, all’interno del palazzo del rettorato de La Sapienza, è chiusa agli studenti per motivi di sicurezza legati all’occupazione anti-Israele in corso nel “pratone” dell’ateneo.
La struttura dovrebbe riaprire domani, mercoledì 15, ma la situazione è in divenire e non si esclude un prolungamento della misura. Di certo la Alessandrina resterà nuovamente chiusa giovedì a causa di un evento nei locali dell’università.
La biblioteca seicentesca è di proprietà del Ministero della Cultura, ma la decisione di vietare temporaneamente l’ingresso agli studenti è stata presa dall’Ufficio Sicurezza de La Sapienza. Le porte della sala-studio sono recintate con transenne.
Secondo quanto si apprende, in occasione del Senato Accademico, fissato per oggi pomeriggio, l’ateneo vuole evitare disordini dopo che nelle scorse settimane, durante le proteste pro-Palestina, alcuni manifestanti avrebbero tentato di forza l’ingresso della biblioteca, posta sul retro del palazzo del rettorato.
Ma la decisione di chiudere è accolta con disappunto dagli studenti. “Noto con particolare tristezza che in questa circostanza non sono gli studenti occupanti ad ostacolare ed intralciare lo studio e le attività didattiche, come sempre si sente dire, ma è tutto il contrario”, dice a TPI Emilio Zanzi, rappresentante degli studenti di Lettere e Filosofia ed esponente di Sinistra Universitaria, secondo il quale siamo davanti a un caso di “interruzione di pubblico servizio”.
Valerio Galletta, rappresentante del dipartimento Saras (Storia, Antropologia, Religione, Arte, Spettacolo, osserva: “Siamo rimasti sorpresi come comunità studentesca della scelta di chiudere uno spazio fondamentale come quello della Biblioteca Alessandrina soprattutto in questo periodo di sessione d’esame, e soprattutto perché non sono state fornite pubblicamente spiegazioni”.
E la chiusura incontra il parere contrario anche di alcuni addetti della stessa biblioteca, secondo i quali il divieto di ingresso agli studenti è “contrario a qualsiasi forma di servizio democratico”.
Da parte loro, né La Sapienza né il Ministero hanno rilasciato comunicazioni ufficiali sulla vicenda.
Come noto, l’occupazione degli studenti, in corso da circa un mese sul “pratone” nei pressi del rettorato, ha nel mirino gli accordi tra l’ateneo capitolino e alcune università israeliane, considerate “complici” del massacro di civili palestinesi perpetrato dalle forze armate dello Stato ebraico.
La mobilitazione è promossa da diverse organizzazioni studentesche, tra cui il Coordinamento Collettivi Sapienza, Zaum, Cambiare Rotta, Sinistra Universitaria Sapienza.
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