Scomparsa Saman Abbas, le chat shock dello zio: “Un lavoro fatto bene”
Si va sempre più tristemente chiarendo la vicenda di Saman Abbas, la ragazza pakistana di 18 anni, scomparsa nel nulla a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nella notte dell’1 maggio dopo aver denunciato la famiglia che voleva costringerla a nozze combinate. Saman sarebbe stata uccisa dallo zio Danish Hasnain, 33 anni, “l’esecutore materiale” del delitto, con la complicità “materiale e morale” dei genitori Shabbar, 46 anni, e Nazia Shaheen, 47.
Nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, Saman è stata consegnata allo zio dai genitori: Shabbar, 46 anni, e Nazia Shaheen, 47. Il ruolo di quest’ultima nel delitto — secondo la Gazzetta di Reggio che nell’edizione odierna riporta le indiscrezioni giudiziarie — diventa ancora più sconvolgente. Saman, sempre quella notte, poco prima di essere mandata a morire ed essere sotterrata in campagna, la sente parlare con qualcuno della sua morte.
“Un lavoro fatto bene”, con queste parole terrificanti l’uomo definisce il delitto con alcuni conoscenti. Ma Saman sapeva di essere in pericolo e lo dice al fidanzato. Racconta di aver ascoltato la madre parlare di una “soluzione” per punirla, dato che vuole opporsi al matrimonio combinato in Pakistan e vivere liberamente, all’occidentale. Ma stavano davvero parlando di lei? “È quello che la 18enne ha pensato” scrive la Gazzetta. Tanto che Saman lo chiede subito dopo a Nazia. La quale ovviamente nega: giustifica quelle parole come riferite a una vicenda accaduta tempo prima in patria. Ma Saman non ci crede. Con il fidanzato qualche istante più tardi si sfoga così: “L’ho sentito con le mie orecchie, ti giuro che stavano parlando di me…”.