Salvatore, bidello pendolare “ordinario”: in treno da Napoli a Pordenone per avere un lavoro stabile
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L’Italia è piena di storie di lavoratori pendolari. Persone comuni che senza riflettori ogni giorni macinano km per potersi recare a lavoro e avere una vita dignitosa. Dopo la storia – poco verificata – della bidella Giuseppina che raccontava di fare tutti i giorni avanti e indietro Napoli-Milano, c’è la storia di Salvatore che fa anch’egli il pendolare ma con un racconto che torna nei tempi e nei costi.
Salvatore Sorrentino fa il bidello pendolare da 4 anni: ogni settimana viaggia da Napoli a Pordenone, in aereo, treno o bus. Il 36enne campano, infatti, ha ottenuto la nomina, a tempo determinato, all’Isis Mattiussi-Pertini, dove lavora sei ore a settimana, il sabato.
Un sacrificio enorme, di tempo e di denaro, che Salvatore ha deciso di fare con un obiettivo ben chiaro: diventare di ruolo e ottenere così un lavoro stabile. A raccontare, la sua storia, che richiama quella simile della bidella di Napoli che ha ottenuto un posto a Milano, è il Messaggero Veneto di oggi.
E nel suo caso i conti invece tornano. «Parto da Napoli ogni venerdì sera per raggiungere Pordenone, dove lavoro dalle 8 alle 14 di sabato. Completato il mio orario di lavoro settimanale torno a casa. Generalmente arrivo all’alba di domenica».
La distanza che lo separa dal Friuli è tanta: “Andata e ritorno percorro 1.600 chilometri a bordo di bus, treni o aerei”. E Sorrentino dice di aver sorriso quando ha sentito il racconto della collega pendolare che si sposta da Napoli a Milano: “Da quattro anni faccio il pendolare per un giorno di servizio a settimana. A scuola, ogni sabato, i colleghi mi chiedono com’è andato il viaggio della speranza”.
Qualche volta anche lui non ce la fa: “Se me la vedo brutta chiedo ospitalità a un collega a Cordenons per riposare qualche ore il venerdì notte. Succede quando arrivo a destinazione con qualche ora di anticipo. In questo caso le spese aumentano di 25 euro”.