Sallusti: “Silvia in Italia? E’ stato come vedere tornare un prigioniero dei campi di concentramento vestito da nazista”
“Silvia è tornata, bene ma è stato come vedere tornare un prigioniero dei campi di concentramento orgogliosamente vestito da nazista. Non capisco, non capirò mai”. Sono le parole con cui Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, ha commentato in un post su Twitter il ritorno in Italia di Silvia Romano, la 24enne rapita in Kenya più di un anno e mezzo fa e liberata nella notte tra l’8 e il 9 maggio 2020 al termine di un’operazione che si è svolta a 30 km da Mogadiscio, in Somalia.
Silvia è tornata, bene ma è stato come vedere tornare un prigioniero dei campi di concentramento orgogliosamente vestito da nazista. Non capisco, non capirò mai
— Alessandro Sallusti (@alesallusti) May 10, 2020
La giovane, atterrata a Ciampino nel primo pomeriggio di oggi, è scesa dall’aereo che l’ha finalmente riportata a casa indossando degli abiti tradizionali africani, una lunga veste verde sotto le protezioni per via dell’emergenza Coronavirus. Abiti a cui fa appunto riferimento il giornalista, come anche alla sua conversione all’Islam, che Sallusti ritiene incomprensibile. E’ stata la stessa Silvia, però, a chiarire ad Open che la conversione è stata una sua scelta, e che “non c’è stata nessuna costrizione da parte dei rapitori”. “Non è vero che sono stata costretta a sposarmi – ha chiarito la giovane – non ho avuto costrizioni fisiche né violenze”. Silvia Romano, sequestrata nella notte tra il 20 e il 21 novembre 2018 nel sud est del Kenya, a Chakama, era nelle mani di Al Shabab e ora ha finalmente potuto riabbracciare la sua famiglia.
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