Saldi estivi 2020: la Sicilia anticipa la data, in Piemonte sconti liberi
Saldi estivi 2020: la Sicilia anticipa la data, in Piemonte sconti liberi
La pandemia di Coronavirus in Italia ha stravolto tutto, anche i saldi estivi 2020. Per la prima volta le gran parte delle regioni italiane partiranno all’unisono con gli sconti estivi: la data è quella del 1 agosto 2020. Fanno eccezione però Sicilia e Piemonte. Vediamo insieme perché.
Sicilia
La Sicilia partirà con i saldi estivi 2020 con un mese di anticipo rispetto alle altre regioni: la data è quella di oggi, 1 luglio 2020. Divise le associazioni dei commercianti sull’utilità. Lo shopping, ovviamente, dovrà essere guidato a una serie di precauzioni anti-coronavirus: vige l’obbligo della mascherina e del distanziamento sociale, disposizioni sulle quali i commercianti dovranno attentamente vigilare. All’ingresso di ciascun punto vendita dovrà essere posto il gel disinfettante.
Piemonte
Altro caso è quello del Piemonte dove i saldi estivi 2020 sono in pratica già iniziati dato che sono state autorizzate le vendite promozionali anche nei trenta giorni antecedenti l’inizio dei saldi grazie al disegno di legge “Misure per il commercio a fronte dell’emergenza epidemiologica da Covid-19”, approvato all’unanimità in Terza commissione del consiglio regionale del Piemonte. Quindi se i saldi veri e propri inizieranno il 1° agosto, già da oggi i commercianti potranno comunque applicare sconti per invogliare i clienti. L’assessore regionale al Commercio Vittoria Poggio ha spiegato la scelta: “Per sostenere la ripartenza e la ripresa del sistema commerciale piemontese nelle migliori condizioni di competitività ed efficienza e adottando una linea di apertura e liberalizzazione del mercato si è deciso, di concerto con le associazioni di categoria, di sospendere il divieto di effettuare le vendite promozionali nei trenta giorni antecedenti i saldi estivi”.
Da segnalare poi il caso della Campania dove la Confcommercio preme sul Governatore De Luca per anticipare i saldi ed “evitare la catastrofe”. Di certo la ripartenza delle imprese da maggio non è bastata a recuperare i consumi perduti: il bilancio dei primi sei mesi dell’anno rimane ancora negativo, con un calo medio della spesa stimabile in – 1.879 euro a famiglia.