Rovigo, fa il bagno a mezzanotte e scompare. Lo ritrovano vivo dopo nove ore
È rimasto aggrappato agli scogli per nove ore, fino all’alba. Mattia Veronese, un tecnico elettricista di 29 anni, è stato avvistato e tratto in salvo dai vigili del fuoco che lo hanno individuato dall’elicottero. È successo a Porto Tolle, in provincia di Rovigo, domenica 7 agosto.
Il ragazzo ora è ricoverato all’ospedale di Chioggia. “Sta bene, ma ha flebo e ossigeno perché ha ingerito tanta acqua salata che gli ha provocato un’insufficienza polmonare e un’insufficienza renale – ha raccontato la madre, Lorella Grandi, al Gazzettino – Oltre alle escoriazioni alle gambe per i tagli che si è fatto contro gli scogli. Non si sa bene che giro abbia fatto, l’importante è che si sia salvato. È un miracolo”.
Veronese, sabato, era entrato in acqua a mezzanotte dalla Spiaggia delle conchiglie, la punta nord della Sacca di Scardovari. Non vedendolo rientrare, gli amici hanno lanciato l’allarme. Subito sono partite le ricerche dei vigili del fuoco di Adria e Rovigo, dei carabinieri e della Capitaneria di porto. Poi sono arrivati anche i sommozzatori di Vicenza e gli specialisti con i droni del Sistema aeromobile a pilotaggio remoto (Sapr). Dalle 5 alle 7 un elicottero Sar dell’Aeronautica militare ha sorvolato la zona. Il giovane è stato ritrovato alle dieci di domenica mattina dall’elicottero Drago 148 dei vigili del fuoco, a sei chilometri a sud, in località Santa Giulia.
“Mi sono fatto forza, ho cercato di nuotare, ma c’erano tante onde e continuavo a bere. Poi mi sono messo sulla schiena per cercare di galleggiare senza fare fatica perché ero sempre più stanco. Mi sono aggrappato a quello che ho trovato, scogli, rami. A un certo punto mi sono ritrovato nella melma, non sapevo dove ero e quanto tempo era passato, ma non avevo la forza di alzarmi in piedi, continuavo a cadere e a bere”, ha raccontato il ragazzo al Gazzettino tramite la mamma. Ha spiegato anche di aver visto i droni e l’elicottero, ma non riusciva a muoversi o a gridare.
Lorella Grandi ha detto di aver ricevuto una telefonata alle 3 e mezza dal telefono del figlio, ma dall’altra parte non c’era Mattia. Era il commissario di Porto Tolle che aveva chiamato per spiegarle che il giovane fosse disperso in mare. La donna è corsa subito in spiaggia e d’istinto ha iniziato a gridare il suo nome. Quando l’ha incontrato in ospedale, il ragazzo le ha detto: “Io ce l’ho fatta, mi sono arrangiato da solo”.
“Gli ho parlato, mi ha raccontato l’avventura. Ha fatto due passi e si è ritrovato l’onda che l’ha portato al largo. Poi è arrivato sugli scogli e ci è rimasto fino alle sei del mattino, ha provato a camminare ma c’era melma. Vedeva le luci, l’elicottero e il drone ma non riusciva a farsi sentire”, ha raccontato la madre di Mattia al Gazzettino. E ha concluso: “Dopo la paura è stata una giornata di festa, mi hanno chiamato tutti gli amici, anche il sindaco e poi i pompieri, per sapere come stava. È come se Mattia fosse nato una seconda volta. Con suo papà e suo fratello ci eravamo preparati al peggio e, quando ci hanno detto che era stato trovato vivo, è stata una gioia enorme, incredibile, non capivo più nulla dalla felicità”.