Roma, mutilavano i cadaveri del cimitero di Prima Porta: 16 a processo. L’Ama: “Danni per 500mila euro”
Roma, mutilavano i cadaveri del cimitero di Prima Porta: 16 a processo. L’Ama: “Danni per 500mila euro”
Mutilavano i corpi dei defunti per gettarli nell’ossario comune. Sotto accusa 16 persone, tra dipendenti dell’Ama e impresari funebri, che offrivano alle famiglie un’alternativa a buon mercato per evitare i costi della cremazione. Gli imputati andranno a processo con l’accusa di truffa e vilipendio di cadavere, per i fatti risalenti avvenuti al cimitero romano di Prima Porta, tra gennaio e febbraio del 2020.
La stessa Ama ha deciso di costituirsi parte civile, chiedendo un risarcimento da mezzo milione di euro per il “gravissimo danno economico diretto e indiretto, oltre che d’immagine, che gli imputati hanno recato alla società”, hanno detto i legali della municipalizzata romana dei rifiuti, a cui compete anche il servizio di gestione dei cimiteri.
A incastrare gli accusati sono state le telecamere nascoste dagli inquirenti tra i vasi di fiori dei loculi, che hanno ripreso alcuni dipendenti di Ama mentre mutilavano i cadaveri. Gli imputati proponevano alle famiglie una soluzione a basso costo al problema del trasferimento dei resti dei loro cari, che dopo 30 anni devono essere spostati dai loculi, per finire spesso nell’ossario comune. Nei casi in cui il corpo si è conservato, i familiari devono sostenere i costi della cremazione, che possono superare i mille euro. Alle famiglie veniva invece offerta un’altra possibilità molto meno onerosa, con una spesa totale di 300 euro.
Il metodo, di cui i famigliari del defunto erano tenuti all’oscuro, prevedeva la mutilazione dei cadaveri, che venivano così gettati nell’ossario comune senza dover ricorrere alla cremazione.