Roma, il Ministero per i Beni Culturali blocca il McDonald alle Terme di Caracalla
Un cambio di rotta rispetto al parere favorevole al progetto espresso dalla soprintendenza speciale di Roma
A Roma il Ministero per i Beni Culturali blocca il McDonald alle Terme di Caracalla
Il Ministero per i Beni Culturali (Mibac) ha bloccato la procedura autorizzativa per la costruzione di un McDonald “all’interno dell’area archeologica delle Terme di Caracalla a Roma”. A renderlo noto è lo stesso ufficio stampa del Ministero che annuncia anche il blocco dei lavori di costruzione del Mac, già iniziati da due mesi.
Un cambio di rotta rispetto al parere favorevole al progetto espresso dalla soprintendenza speciale di Roma, dipendente dal Mibac. Nei giorni scorsi alcune fonti interne alla Soprintendenza avevano infatti rivelato a TPI di aver dato il via libera al fast-food perché l’area interessata non era inserita nel piano paesaggistico regionale e non era sottoposta a vincoli di tutela.
Il ruolo della Soprintendenza e del Comune nell’approvazione del progetto
Sulla questione del piano paesaggistico regionale che prevede precise tutele per le aree archeologiche si è discusso a lungo durante la commissione Lavori del Municipio I del 30 luglio.
L’area in cui si sarebbe dovuto costruire il McDonald è infatti parte del I Municipio, una delle 15 zone in cui è suddivisa la città di Roma. Durante la discussione sono emersi nuovi dettagli sull’iter autorizzativo del fast-food. Il Comune a quanto pare era a conoscenza del progetto e anche la presidente del Municipio I sapeva, ma non ne ha dato comunicazione ai consiglieri municipali che invece hanno avuto notizia dell’inizio dei lavori solo il 24 luglio.
“Si voleva tenere tutto nascosto, i lavori sono iniziati due mesi fa ma nessuno lo sapeva, vicino ai cantieri c’era solo un foglio A4 con scritto che i lavori sarebbero finiti entro settembre 2019”, afferma la consigliera municipale Flavia De Gregorio di “Roma Torna Roma”.
Nella discussione in Commissione è intervenuto anche il soprintendente speciale di Roma Francesco Prosperetti: “Abbiamo detto al privato (il McDonald) che doveva presentare la richiesta al Comune perché su quell’area esiste un Piano territoriale paesistico che riguarda Caracalla e Appia antica. Sull’applicazione del Piano vigila l’ente delegato, che è il Comune di Roma. Abbiamo scritto anche al Comune e al I Municipio sulla presenza in quell’area del Piano ma il 28 febbraio 2018 ci ha risposto il dipartimento Urbanistica del Campidoglio dicendo che non era così, e che dunque non era necessario il procedimento”.
De Gregorio ci informa inoltre che fu proprio una funzionaria del comune di Roma a dare il via libera al McDonald: Patrizia Di Nola, Direttore dell’Ufficio Permessi di Costruire del Dipartimento di Programmazione e Attuazione Urbanistica di Roma Capitale.
La sindaca Virginia Raggi, responsabile del Comune, nei giorni scorsi ha dichiarato che “era all’oscuro di tutto” e se l’è presa con il Municipio. Come ricorda il Soprintendente Prosperetti, però, “dagli anni Settanta la protezione del paesaggio non è più in capo al ministero dei Beni culturali, bensì alle Regioni. Nel caso del Centro storico di Roma l’ente delegato è il Comune di Roma”.
Il ruolo del Municipio
Anche la presidente del municipio I Sabrina Alfonsi era a conoscenza del progetto e aveva ricevuto l’avvertimento della Soprintendenza.
Il presidente della Commissione Ambiente del Municipio I Stefano Marin è sorpreso che la presidente non abbia comunicato ai consiglieri la notizia: “Se avessimo saputo prima ci saremmo mossi per tempo e avremmo potuto sollecitare il Comune e la Regione a porre sotto tutela l’area”, afferma.
In Regione intanto in questi giorni si sta discutendo dell’approvazione del nuovo piano paesaggistico regionale. La Regione sta cercando di velocizzare l’approvazione. Tuttavia come afferma il Deputato del Pd Luciano Nobili, che sulla vicenda del McDonald ha presentato un’ interrogazione parlamentare: ” adesso la Regione dovrà tenere conto della resistenza a livello locale sul progetto del McDonald e della volontà di tutelare le bellezze del centro di Roma”.
La mobilitazione a livello locale ha comunque ottenuto il risultato sperato. Lo stop all’autorizzazione è arrivato e sia i consiglieri municipali che il presidente della commissione Ambiente Marin hanno espresso tutta la loro soddisfazione.
“Sono contento perché si è evitato un danno, ma vorrei uscire dalla dinamica di riduzione del danno. L’augurio è che questa vicenda renda più consapevole la politica dei suoi compiti che non sono inseguire gli interessi privati o fare i passacarte, ma indicare una direzione di marcia”, conclude il consigliere municipale di “Sinistra x Roma” Adriano Labbucci.