Roma, caccia al serial killer delle prostitute: si indaga su tabulati telefonici e immagini delle telecamere
Roma, caccia al serial killer delle prostitute: si indaga su tabulati telefonici e immagini delle telecamere
Prende sempre più corpo l’ipotesi del serial killer per i tre omicidi avvenuti ieri mattina nel quartiere romano di Prati. A uccidere le due donne cinesi e la 65enne colombiana trovate senza vita nei pressi di piazzale Clodio potrebbe essere stato lo stesso coltello, cercato dagli inquirenti lungo gli 850 metri che separano i due luoghi del delitto.
A lanciare l’allarme, alle 10,49 di ieri, è stato il custode di un palazzo di via Riboty, che ha trovato una donna cinese riversa sul pianerottolo del primo piano, in una pozza di sangue. Nell’abitazione, gli agenti hanno poi trovato il corpo della ragazza seminuda, anche lei accoltellata alla gola. Entrambe, secondo quanto dichiarato da diversi inquilini, si prostituivano, così come Marta Castano, la 65enne colombiana trovata circa un’ora dopo a via Durazzo, uccisa con una coltellata alla gola. In questo caso, a chiamare le autorità è stata la sorella: agli agenti ha riferito che era probabilmente in attesa di un cliente. “Marta si prostituiva per campare sua figlia che ha 18 anni”, ha dichiarato a La Repubblica un’inquilina del palazzo, in cui la vittima viveva nel seminterrato.
Invece l’identità delle due vittime cinesi non è stata ancora confermata ufficialmente: la donna trovata sul pianerottolo avrebbe intorno ai 40 anni e circa 25 anni la seconda. Le due avrebbero nascosto una telecamera per controllare l’ingresso del palazzo, che potrebbe essere usata dagli inquirenti per identificare l’assassino. “Un giorno arrivai col motorino una delle due donne, sempre molto discrete, mi disse che avrei potuto lasciarlo davanti all’ingresso, così da poterlo eventualmente controllare grazie a una telecamera da loro nascosta dietro un vaso”, ha detto un’inquilina ad Adnkronos. “Credo l’avessero posizionata per controllare gli ingressi”. La polizia ha acquisito i filmati di diverse telecamere di vigilanza della zona e anche i tabulati telefonici delle utenze delle vittime per controllare chi l’ha contattate e impedire che l’omicida possa colpire ancora.