Roma, acido sul sedile della metro: donna operata d’urgenza. “Pensavo fosse acqua, poi il bruciore”
Roma, acido sul sedile della metro: donna operata d’urgenza. “Pensavo fosse acqua, poi il bruciore”
“Ho iniziato a sentire un forte bruciore. Poi però mi sono accorta che i miei glutei erano completamente neri e ho capito che mi ero ustionata. Credo fosse acido”. È il racconto fatto a La Repubblica da una donna, ferita da un misterioso liquido lasciato nella metro. Irina, cittadina ucraina di 55 anni, si è dovuta operare d’urgenza, sottoponendosi a un trapianto di pelle per le ustioni.
Il fatto risale a mercoledì 14 giugno, quando la donna si è seduta sulla banchina della stazione Porta Furba per aspettare la metropolitana. “Era bagnato, pensavo fosse solo acqua e mi sono alzata. Dopo poco la pelle ha iniziato a bruciare sempre più forte”. Dopo qualche minuto la donna, dolorante, ha deciso di tornare a casa, dove ha scoperto che i suoi glutei erano diventati “completamente neri”.
Si è quindi recata al pronto soccorso dell’ospedale Vannini, dove è stata medicata con una prognosi di 10 giorni, avvertendo di quanto accaduto gli agenti del commissariato Tuscolano. Durante il sopralluogo, gli esperti della scientifica hanno trovato una bottlglietta contenente del liquido giallo lasciato vicino allo stesso sedile in cui era seduta la donna. A lasciarla, ripresa dalle telecamere, era stata una donna: secondo gli inquirenti potrebbe trattarsi di un’addetta della ditta delle pulizie. I risultati delle analisi sul liquido ancora non sono noti ma, secondo quanto riporta il quotidiano, potrebbe trattarsi di un solvente usato per le pulizie.
Il venerdì successivo all’incidente, Irina si è recata al Sant’Eugenio per le medicazioni. Gli specialisti le hanno però comunicato che doveva essere operata d’urgenza. “Mi hanno fatto un trapianto di pelle, prelevando tessuti dalla coscia. Prima del ricovero, ho sporto denuncia dai carabinieri vicino casa”, ha ricordato Irina, costretta da allora a stare immobile sdraiata sulla pancia senza poter lavorare. “Quello che mi è accaduto è impensabile, per questo ora voglio conoscere la verità. Perché se qualcuno lo ha fatto apposta per fare del male, allora significa che lo può fare ancora. Però da quando è successo il fatto non ho saputo più nulla. Non mi ha chiamato nessuno”.