Roberto Vannacci è indagato per truffa e peculato dalla Procura militare di Roma. Il generale: “Demoralizzato”. La Lega lo difende: “Inchiesta a orologeria”
L’inchiesta, riportata dal Corriere della Sera, riguarda il periodo di permanenza dell’ufficiale a Mosca quando era rappresentante della Difesa in Russia
Il generale Roberto Vannacci, tra i protagonisti delle cronache estive del 2023, è indagato dalla procura militare per truffa e peculato. L’inchiesta, riportata dal Corriere della Sera, riguarda il periodo di permanenza dell’ufficiale a Mosca quando era rappresentante della Difesa in Russia.
Le reazioni
“L’inchiesta su di me? L’ho letta stamattina e non commento ispezioni di servizio”, ha dichiarato a caldo il militare all’agenzia di stampa Adnkronos. Poi però, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa AGI, si è lasciato andare a uno sfogo: “Sono rimasto malissimo. Sono demoralizzato, sfiduciato e preoccupato. Quando un uomo delle Istituzioni viene accusato di averle tradite è la peggiore offesa che si possa fare”. “Ma sono fiducioso nella giustizia”, ha aggiunto, “consapevole che prima o poi la verità verrà fuori”.
Secondo AGI, il generale si è confidato con Domenico Leggiero, presidente dell’Osservatorio Militare e grande amico di Vannacci. “Ci ho parlato due giorni fa, ieri e questa mattina per un tempo lunghissimo, ho perso il conto”, ha detto Leggiero all’agenzia di stampa. “Ci stiamo confrontando: lui dovrebbe candidarsi con chi è indipendente da un certo sistema e quindi né con la Lega né con Fratelli d’Italia. Gli unici che possono rappresentare le sue idee e tutelare le sue battaglie sono quelli di ‘Indipendenza!'”.
Intanto è la Lega di Matteo Salvini a intervenire in soccorso del generale. “Si tratta della solita inchiesta a orologeria. Vannacci è un uomo amato dai cittadini e scomodo al palazzo”, hanno fatto sapere fonti del Carroccio all’agenzia di stampa Ansa. “Visto che non riescono a intimidirlo in altro modo ci provano con inchieste e minacce. La nostra stima nei suoi confronti non cambia, anzi aumenta”.
L’indagine
Tutto è cominciato con un’ispezione del ministero della Difesa, che ha già trasmesso la relazione di servizio alla procura militare di Roma.
L’indagine ruota attorno al periodo trascorso dal generale a Mosca in qualità di addetto militare italiano in Russia dal 7 febbraio 2021 al 18 maggio 2022, quando poi fu espulso insieme ad altri 23 funzionari del nostro Paese per ritorsione del Cremlino a seguito di un analogo provvedimento deciso dal governo Draghi contro una trentina di diplomatici russi.
Secondo il Corriere della Sera, l’inchiesta mira a indagare tre diversi aspetti del periodo trascorso dal militare in Russia: l’indennità di servizio percepite per i familiari, le spese per benefit legati all’auto di servizio, i rimborsi per l’organizzazione di eventi e cene.
Gli ispettori del ministero della Difesa hanno evidenziato “criticità, anomalie e danni erariali nelle autocertificazioni e richieste di rimborso depositate” che ora “devono essere valutate dall’autorità giudiziaria”.