Caso Rixi: condannato il viceministro della Lega
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Rixi sentenza – Edoardo Rixi, sottosegretario della Lega per le Infrastrutture e i Trasporti [qui il suo profilo], è stato condannato a 3 anni e 5 mesi nel processo sulle cosiddette “spese pazze” in Regione Liguria.
La condanna – Il processo riguardava un caso di peculato che Rixi avrebbe commesso insieme ad altri 16 ex consiglieri regionali della Liguria. A guidare l’inchiesta è stata la Procura di Genova, che ha indagato sulle spese della Regione tra il 2010 e il 2012 [qui il riassunto del caso Rixi].
Il Tribunale di Genova, oltre alla condanna a tre anni e cinque mesi di reclusione, ha inflitto al viceministro Edoardo Rixi anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
La difesa – “Ricorreremo in appello dopo aver letto le motivazioni a sentenza, perché siamo convinti che sia innocente”. Lo ha detto l’avvocato del viceministro Edoardo Rixi Maurizio Barabino a margine della lettura della sentenza.
Le richieste dei Pm – Il pm aveva chiesto per Rixi una condanna di 3 anni e 4 mesi per essersi fatto rimborsare delle spese che secondo la Procura non erano istituzionali.
I capi di imputazione a carico del viceministro erano in totale cinque, due dei quali in concorso con gli ex consiglieri regionali Francesco Bruzzone e Renato Torterolo, che ha patteggiato la condanna a due anni.
Il viceministro, al tempo capogruppo della Lega in Regione, avrebbe approvato i rendiconti delle spese senza verificarne la natura.
Rixi Lega | Chi è Edoardo Rixi
Nato a Genova l’8 giugno 1974, Edoardo Rixi ha iniziato la sua carriera politica nel 2002 con la Lega e nel 2018 è arrivato a ricoprire la carica di viceministro del Mit. Qui il suo profilo
Rixi indagato | La crisi di Governo alle porte
La sentenza arriva in un momento particolarmente delicato all’interno del Governo e rischia di aprire un nuovo fronte di scontro tra gli alleati.
Il viceministro 5 Stelle Luigi Di Maio e altri esponenti pentastellati da mesi continuano ad affermare che in caso di condanna Rixi dovrà lasciare il suo incarico come già successo con Armando Siri.
Posizione non condivisa dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha preso le difese del suo viceministro e non intende accettarne le dimissioni, a prescindere dalla decisione della Corte.
M5s crisi – Ci troviamo così di fronte a un muro contro muro simile a quello sorto con il caso Siri, ma questa volta gli equilibri all’interno della maggioranza sono ben diversi.
Dopo il voto delle europee Salvini si trova in una posizione di forza, mentre Di Maio deve fare i conti non solo con la delusione dell’elettorato pentastellato ma anche con le fratture interne.
Diversi esponenti del Movimento hanno messo in dubbio il ruolo di capo politico di Di Maio, che il 29 maggio ha chiesto un voto alla base tramite la piattaforma Rousseau. L’esito della votazione è attesa il 30 maggio sera.
Rousseau M5s iscrizione: chi può votare e come ci si iscrive alla piattaforma