Riscaldamenti, il decreto del ministero: un grado e 15 giorni in meno di accensione
Riscaldamenti più deboli e per meno giorni durante l’anno: il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha firmato il Decreto che definisce i nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale e la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati, da applicare per la prossima stagione invernale come previsto dal Piano di riduzione dei consumi di gas naturale. Lo comunica il Mite in una nota, spiegando che il periodo di accensione degli impianti verrà ridotto di un’ora al giorno e il periodo di funzionamento della stagione invernale 2022-2023 sarà accorciato di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio.
È prevista però flessibilità verso i Comuni: “In presenza di situazioni climatiche particolarmente severe – spiega il Mite – le autorità comunali, con proprio provvedimento motivato, possono autorizzare l’accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati al decreto, purché per una durata giornaliera ridotta. Inoltre, i valori di temperatura dell’aria sono ridotti di un grado”.
Questo il nuovo schema di accensione dei riscaldamenti:
- Zona A: 5 ore al giorno dall’8 dicembre al 7 marzo;
- Zona B: 7 ore al giorno dall’8 dicembre al 23 marzo;
- Zona C: 9 ore al giorno dal 22 novembre al 23 marzo;
- Zona D: 11 ore al giorno dall’8 novembre al 7 aprile;
- Zona E: 13 ore al giorno dal 22 ottobre al 7 aprile;
- Zona F: nessuna limitazione.
Il decreto non comprende però tutte le strutture: “Non si applicano agli edifici adibiti a luoghi di cura, scuole materne e asili nido, piscine, saune e assimilabili e agli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e simili per i quali le autorità comunali abbiano già concesso deroghe ai limiti di temperatura dell’aria, oltre che agli edifici che sono dotati di impianti alimentati prevalentemente a energie rinnovabili”. Il provvedimento non rappresenta una novità, ma l’applicazione delle misure che erano già state anticipate nel piano pubblicato a inizio settembre dallo stesso Mite. L’Enea aveva stimato in 2,7 miliardi i metri cubi di gas risparmiati, una media di risparmi a famiglia di 179 euro.