Rigopiano, sette anni dopo l’Asl chiede alla madre di una delle vittime di pagare 40 euro per le spese sanitarie
A oltre sette anni dalla tragedia di Rigopiano, in cui 29 persone persero la vita, l’Asl di Pescara ha inviato alla madre di una delle vittime una richiesta di pagamento di 40,97 euro per le spese di soccorso per il malore avuto alla notizia della probabile morte del figlio.
A raccontare la vicenda è Gianluca Tanda, fratello della vittima e presidente del Comitato familiari delle vittime di Rigopiano. Suo fratello Marco, pilota aereo di Castelraimondo, in provincia di Macerata, aveva 25 anni quando morì sotto la neve che aveva sepolto l’albergo Gran Sasso Resort. Era in vacanza sulle montagne insieme alla fidanzata Jessica Tinari, 24 anni, originaria di Vasto, anche lei tra le vittime del disastro.
Il 19 gennaio 2017 la madre di Marco, all’epoca 64enne, si sentì male nel compilare un questionario sui segni particolari del figlio, che in quel momento era tra i dispersi. La donna fu portata al pronto soccorso in codice bianco: “È difficile non sentirsi male in quelle circostanze, quando la tragedia è più grande di ognuno di noi”, commenta oggi Gianluca Tanda.
Nei giorni scorsi, la donna si è vista recapitare una diffida di pagamento per le cure ricevute quel giorno. “Siamo rimasti scioccati, quando mamma ha preso la raccomandata le tremava la mano e aveva gli occhi lucidi, ha ripensato a quei momenti”, racconta Tanda. “È una beffa, questa lettera ci fa rivivere quei momenti drammatici che la mente sta cercando di cancellare”.
Informato della vicenda, il direttore generale della Asl di Pescara, Vero Michitelli, si è scusato con la famiglia Tanda con una nota ufficiale e si è offerto di pagare personalmente la somma richiesta, spiegando che l’invio della richiesta di pagamento è il risultato di un atto dovuto e previsto dalle norme.