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Home » Cronaca

Dai party privati, ai viaggi fuori città: cosa è vietato e cosa è consentito fare dal 18 maggio

Immagine di copertina
Ristoranti in fase 2 Credits: ANSA

Riaperture 18 maggio: cosa è vietato e cosa è consentito fare

Le riaperture del 18 maggio segnano l’ingresso in una nuova fase, molto più vicina al ritorno alla normalità dopo gli ultimi due mesi di lockdown. Anche se lunedì è la data più importante per questa ripartenza, molte attività restano vietate in tutte le regioni, anche in quelle che sono partite per guadagnarsi l’autonomia come la Lombardia e in quelle più perplesse come il Piemonte. E così si mantiene comunque un’alta soglia di attenzione sulle tre regioni considerate a rischio dall’Istituto Superiore di Sanità: Umbria, Molise e Lombardia. Ma quali sono esattamente le cose consentite e quelle vietate? Leggendo il Dpcm, si possono snocciolare tutte le norme applicabili in tutta Italia. Vediamole insieme.

Cosa si può fare

1. Si potranno vedere gli amici. Era una delle notizie più attese. Con il nuovo decreto cadono i vincoli sugli spostamenti all’interno della regione. Ciò significa che anche gli incontri tra persone torneranno a essere liberi e dunque da lunedì 18 maggio si potranno vedere gli amici e non più solo i congiunti.

2. Ci si potrà spostare. Una novità importante interesserà i viaggi anche lontano da casa. A partire dal 18 maggio 2020 non saranno più previste limitazioni per gli spostamenti all’interno della regione di residenza, quindi non sarà più necessario di compilare l’autocertificazione. Inoltre, il decreto stabilisce infatti che “a decorrere dal 3 giugno 2020, gli spostamenti tra regioni diverse potranno essere limitati solo con provvedimenti statali”.

3. Varcare le frontiere. Gli stessi principi per la ripresa degli spostamenti tra regioni italiane saranno applicati anche alle decisioni sugli spostamenti da e per l’estero a partire dal 3 giugno 2020. Al momento si parla soprattutto di Unione europea e Area Schengen, di cui fanno parte 22 dei 27 paesi Ue (tranne Irlanda, Cipro, Croazia, Romania e Bulgaria) più Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein.

4. Fare sport. Dal 25 maggio si potrà andare in palestra, nelle piscine e nei centri sportivi, anche se in questo caso le regioni possono decidere una riapertura anticipata.

5. Andare a messa. Si torna in chiesa, questo è sicuro. Già prima del nuovo decreto, il governo aveva stretto un accordo con la Cei, la Conferenza episcopale italiana, per la ripartenza delle messe il 18 maggio, davanti al popolo. E’ stato stilato però un protocollo di sicurezza con le nuove regole, come ad esempio funzioni a numero chiuso, mascherina obbligatoria per i fedeli, sanificazione dei locali.

Cosa NON si può fare

1. Oltrepassare le distanze. Sono ancora molte le cose che per i prossimi mesi non potremo fare. Gesti quotidiani, a cominciare dal banale saluto con un bacio o dalla stretta di mano, abitudini consolidate di una vita, svaghi, passatempi. Rinunce affidate al senso di responsabilità di ciascuno di noi e non certo alla capillarità dei controlli che pure continueranno ad esserci soprattutto per stroncare sul nascere quelli che ormai ci siamo abituati a chiamare assembramenti. Le distanze dovremo mantenerle anche a casa nostra.

2. Feste, riunioni, pranzi e cene con tante persone. Restano assolutamente vietati. Ci si potrà incontrare con chi si vuole, prendere caffè, aperitivi, mangiare insieme, l’importante è che si sia in pochi e si rimanga sempre a distanza di sicurezza. Addio anche alle tavolate in pizzeria con gli amici, anche perché difficilmente nei ristoranti si riuscirà a stare nello stesso tavolo in più di 4, massimo 6 persone. E sorvegliati speciali saranno i classici ritrovi della movida dove centinaia di persone si ritrovano e stazionano davanti ai locali con un bicchiere in mano. Vietatissimo. La responsabilità della sorveglianza sarà dei sindaci: se non si riuscirà a evitare pericolose folle, piazze, parchi, spiagge potranno essere chiuse.

3. Mantenere le vecchie abitudini in spiaggia. Anche al mare dovremo rinunciare a vecchie abitudini: niente comitive di ragazzi con i teli attaccati l’uno all’altro, niente balli, giochi, sport di gruppo sugli arenili. E niente caffè e aperitivi al banco dei chiringuiti: le consumazioni negli stabilimenti ce le porteranno sotto l’ombrellone, ognuno sotto il suo, a distanza naturalmente. E le notti estive quest’anno saranno più spente: niente discoteche, concerti, raduni, eventi.

4. Assembramenti fuori dai negozi. Se vogliamo andare dal parrucchiere bisognerà prenotare e decidere prima che trattamento vogliamo fare e giornali e riviste non potremo sfogliarne più.

5. Sport di gruppo. Quando torneremo in palestra ci toccherà fare attività solitaria in sala e niente lezioni di gruppo. Chi faceva sport di squadra, dal basket al calcio alla pallavolo o di contatto come le arti marziali pensi ad altro.

Leggi anche: 1. Il prof Zangrillo a TPI: “Il Cts sbaglia e i virologi non capiscono, per le riaperture serve buonsenso, così è assurdo” / 2. Clementi a TPI: “Il virus non è più aggressivo, è un dato di fatto. Ma certi altri virologi ragionano con gli algoritmi” / 3. Vespignani a TPI: “I virologi italiani non hanno capito nulla, per sconfiggere il virus servono le 3T”

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7. “E poi ci sono gli artisti, che ci fanno tanto divertire”. Conte, le parole sono importanti / 8. “Positiva al Covid dopo 95 giorni e 4 tamponi. Ma lo Stato non ha una strategia per me: sono solo un’appestata” / 9. La seconda ondata colpisce i giovani: a Seul il 75% dei nuovi contagiati ha meno di 30 anni

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