Regione Lombardia, scontro PD-Lega. I dem: “Non avete un piano per la Fase 2”
La maggioranza boccia la proposta di commissariamento della sanità avanzata dal centrosinistra e accusa: "La Lega passa dalle parole ai fatti, il PD passa dagli aperitivi con Sala e Zingaretti alle briciole di Gualtieri e Conte"
Continua lo scontro politico in Regione Lombardia rispetto alla gestione dell’emergenza-Coronavirus. Il PD accusa la Lega di non avere una strategia, la maggioranza ribatte: “Da voi solo briciole e aperitivi”. Nella seduta di martedì 21 aprile il Consiglio Regionale ha votato una risoluzione presentata dalla maggioranza di centrodestra rispetto alla “fase 2” dell’emergenza-Covid. Il PD e +Europa avevano presentato una proposta alternativa, nella quale si chiedeva che la riapertura della Regione tenesse insieme l’aspetto sanitario e quello economico. Inoltre, si proponeva la nomina di un Commissario per la sanità territoriale, “che organizzi e strutturi il piano territoriale di Diagnosi, Cura e assistenza domiciliare coordinando ATS, Medici di medicina generale, Pediatri di libera scelta, Unità speciale di continuità assistenziale e servizi sociali dei Comuni al fine di arrivare ad una completa sorveglianza sanitaria su tutta la regione che gestisca la presa in carico territoriale dei cittadini”.
Secondo il PD, il piano avrebbe dovuto prevedere l’esecuzione di tamponi a tutti i sanitari esposti a maggior rischio, ad ospiti e personale delle RSA, a tutti i malati che presentino infezione respiratoria acuta, nonché che tutte queste categorie fossero dotate di dispositivi di protezione e che i test sierologici fossero eseguiti a tutti i lavoratori che svolgono servizi essenziali, e a tendere a tutta la popolazione lombarda. Il commissario avrebbe inoltre dovuto potenziare le USCA, fino ad averne una ogni 50mila abitanti, come previsto dalla normativa nazionale, e mettere i medici di medicina generale in condizione di operare in sicurezza, con protezioni e telemedicina. La maggioranza è andata per la sua strada, bocciando la proposta del centrosinistra, e così suscitando le critiche di Fabio Pizzul, capogruppo del PD: “C’è chi crede di essere sotto assedio per provare ad essere vittima di non si sa che cosa ma le vere vittime sono i lombardi. La priorità che noi dobbiamo darci è la salute e il futuro dei cittadini, dobbiamo metterci a lavorare, a programmare e a fare strategia. In questa risoluzione priorità non ne vediamo”.
La sua collega Paola Bocci (PD) ha aggiunto: “I lombardi sono vittime non chi li governa. Quello che è avvenuto in Lombardia è di una gravità tanto tragica quanto evidente. Il Partito democratico sta cercando da settimane di rendere noti numeri che parlano da soli. E sta cercando di richiamare alla propria responsabilità e alla realtà chi governa la Regione”. Bocci ha inoltre risposto alle critiche del deputato della Lega Paolo Grimoldi, che aveva definito “miserevole” e “vergognoso” un post del PD che ricordava i numeri dei decessi per Coronavirus in Lombardia, rappresentando la regione come area rossa, inserita in un’area blu corrispondente a metà Europa ma con lo stesso numero di vittime.
“Definire ‘ vergognoso’ il condividere quei dati tanto evidenti presuppone una sottovalutazione di quanto accaduto o peggio la volontà di nasconderlo”, dice Bocci. “La Lombardia, come area rossa, lampeggia come un grande punto interrogativo. Porta con sé una domanda incisiva e urgente: cosa è successo? Cosa sta succedendo? Grimoldi forse chiede di occultare le domande? Meglio sarebbe che si occupasse di far si che le risposte non siano eluse”.
Decisamente più sintetico, ma altrettanto duro, il commento di Stefano Bolognini, assessore regionale alla disabilità e Commissario della Lega a Milano: “Mentre il PD straparla di Lombardia da commissariare, la Lombardia dà 4 milioni al Comune di Milano mentre il governo nazionale del PD ne ha stanziati solo 250mila. Morale: la Lega passa dalle parole ai fatti, il Pd passa dagli aperitivi con Sala e Zingaretti alle briciole di Gualtieri e Conte”.
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