Regeni, alla vigilia del processo spunta un documentario per screditarlo
Alla vigilia del processo contro i cinque agenti egiziani, spunta un documentario di produzione ignota per screditare la figura del ricercatore italiano assassinato in Egitto. Il presidente della Commissione d'inchiesta Palazzotto: "Infangata la memoria di Giulio"
Un documentario pubblicato online nella giornata di ieri, alla vigilia del processo che si sta aprendo in Italia sulla sparizione e l’omicidio di Giulio Regeni, porta avanti insinuazioni e depistaggi sulla figura del ricercatore di Fiumicello torturato e assassinato al Cairo nel 2016. Il documentario, in lingua araba con sottotitoli in italiano, è comparso su un canale Youtube intitolato The story of Giulio Regeni. Il video dura 50 minuti e si presenta come “il primo documentario che ricostruisce i movimenti strani di Giulio Regeni al Cairo”.
La tesi del documentario, che coincide con quella portata avanti dalle autorità egiziane già in passato nel tentativo di depistare le indagini su Regeni, è che il ricercatore italiano fosse una pedina dei Fratelli musulmani, gruppo politico islamista inserito nell’elenco delle organizzazioni terroristiche da governi di diversi Paesi arabi, tra cui l’Egitto. Nel filmato, Fulvio Grimaldi, conosciuto per i suoi articoli negazionisti sul Covid-19, sostiene l’ipotesi infondata che Regeni fosse un agente segreto entrato in Egitto per scopi diversi da quelli di ricerca. Una storia smentita nei cinque anni di indagini della procura di Roma.
Il documentario mostra anche le interviste all’ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta, al senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri e all’ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare Leonardo Tricarico. I tre, dopo la pubblicazione, hanno preso le distanze da quanto viene riportato nel docufilm. “Mi ha contatto via mail un giornalista che si è presentato come l rappresentante dell’emittente araba Al-Arabiya in Italia”, ha detto l’ex ministra Trenta a Open. “Se avessi saputo che era contro di lui, non avrei partecipato”
Il documentario, che sembra quindi essere legato all’emittente saudita al Arabya, non ha nulla a che vedere con il recente documentario “Buried Facts” realizzato da Alaraby TV, emittente qatariota, grazie al quale sono stati invece trovati preziosi testimoni sul caso Regeni.
Palazzotto: “Documentario vergognoso che infanga la memoria di Giulio”
“Alla vigilia dell’udienza preliminare del processo per i quattro 007 egiziani imputati dell’uccisione di Giulio Regeni spunta un vergognoso documentario, di produzione ignota, che infanga ancora una volta la memoria di Giulio”, è il commento del deputato di Leu Erasmo Palazzotto, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. “L’ennesimo inaccettabile tentativo di depistaggio. È molto grave che esponenti italiani, politici e militari, si siano prestati a questa operazione ignobile”.
“È grave che Gasparri abbia gettato discredito non solo su Giulio Regeni ma sul suo stesso Paese giustificando di fatto gli oltraggi ricevuti dai nostri magistrati da parte egiziana”, prosegue Palazzotto. “La Commissione che presiedo non tralascerà alcun dettaglio e cercherà di fare luce su ogni zona d’ombra di questa vicenda. Ma alimentare la cultura del sospetto, continuando a fare allusioni su Cambridge senza alcuna evidenza, contribuisce a distogliere l’attenzione dal Cairo dove Giulio Regeni è stato ucciso e dove ancora oggi si trovano impuniti i suoi torturatori e i suoi assassini”.
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