Caso Regeni, Di Maio: “Italia non potrà avere pieni rapporti con l’Egitto se non sarà fatta piena luce”
Caso Regeni. Di Maio: “Italia non potrà avere pieni rapporti con l’Egitto se non sarà fatta piena luce”
L’Italia non potrà avere pieni rapporti con l’Egitto fino a quando non sarà fatta piena luce su quanto accaduto a Giulio Regeni. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio alla commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del ricercatore friulano, il cui corpo senza vita venne ritrovato alla periferia del Cairo il 3 febbraio 2016.
“I rapporti con l’Egitto non potranno svilupparsi nella loro pienezza fino a quando non sarà fatta piena luce su quanto accaduto, considerando anche la giusta, persistente ed elevatissima sensibilità sulla vicenda da parte delle Istituzioni e dell’opinione pubblica italiana”, ha detto ieri il capo della diplomazia italiana. “Anche per questo abbiamo sensibilizzato i nostri partner in sede di Unione Europea e Nazioni Unite sulle nostre richieste di giustizia e verità”, ha aggiunto Di Maio, sentito per la seconda volta in poco più di un anno nell’ultima audizione della commissione d’inchiesta presieduta da Erasmo Palazzotto, che entro fine anno presenterà la propria relazione definitiva. Negli scorsi giorni una delegazione della commissione si è recata all’università di Cambridge, per la quale Regeni seguiva stava svolgendo una ricerca sui sindacati egiziani.
Di Maio ha definito “insufficienti” i progressi nelle indagini sulla morte di Regeni e “deludente” il memorandum consegnato a giugno dal procuratore generale egiziano all’ambasciatore italiano. Il ministro ha anche precisato che nonostante il rapporto con le autorità giudiziarie egiziane nello svolgimento delle indagini sia stato “altalenante”, “tali autorità hanno fornito ai colleghi italiani documenti utili a individuare i quattro imputati”.
L’anno scorso quattro dirigenti dei servizi di sicurezza egiziani sono stati accusati dalla procura di Roma per il loro ruolo nella scomparsa e nell’omicidio del 28enne.
“Arrivare a un quadro definitivo, e sancito da un giusto processo, non restituirà Giulio ai suoi genitori, ma riaffermerà la forza dei valori di giustizia, trasparenza e stato di diritto in cui credeva”, ha detto Di Maio. “”Daremo pieno sostegno all’autorità giudiziaria utilizzando tutti gli strumenti internazionali per eseguire la sentenza, una volta che ci sarà stata”, ha aggiunto il ministro, affermando che l’obiettivo del governo sarà quello di sostenere il procedimento penale a carico degli imputati.