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Home » Cronaca

Recovery Fund, le associazioni femminili scrivono a Conte

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Dopo settimane di mobilitazione da parte di molte associazioni su scala nazionale, dopo lo spiraglio aperto nelle commissioni Bilancio e politiche europee di Camera e Senato, la giornata di oggi imprime una accelerazione alla battaglia per ottenere una fetta sostanziosa dei fondi del Recovery fund da destinare all’occupazione femminile e alle infrastrutture sociali. A dare una decisa svolta l’iniziativa di organizzazioni come Il Giusto Mezzo, Le Contemporanee, GammaDonna, DateciVoce, La Rete per la Parità, Se Non ora quando-Libere, Dalla Stessa Parte.

Un flash mob organizzato da Il Giusto Mezzo davanti al Pantheon con diversi cartelli a indicare le richieste arrivate tramite l’appello del movimento che ha raccolto 36mila firme e una delegazione di donne che ha incontrato alcuni parlamentari. In queste ore decisive per le linee guida sul Recovery fund si aggiunge una lettera ambiziosa spedita dalle associazioni femminili al Presidente del Consiglio e al Governo italiano per rendere le donne un investimento strategico per la crescita del Paese, una missiva sottoscritta dalle Vice Presidenti della Camera, Mara Carfagna e Maria Edera Spadoni, e del Senato Anna Rossomando, dai parlamentari Lia Quartapelle, Tommaso Nannicini, Mariastella Gelmini, Valeria Fedeli e vice presidente di regioni e sindaci come Elly Schlein e Giorgio Gori.

Firme importanti anche dal mondo accademico, dei media e della managerialità, come Linda Laura Sabbadini dell’Istat, Marta Dassù di Aspenia, Annamaria Tarantola, già Presidente Rai, Alessandra Perrazzelli di Banca d’Italia, l’economista Veronica De Romanis, dal mondo della letteratura e del giornalismo come Dacia Maraini, Cristina Comencini, Chiara Valerio, Tonia Mastrobuoni, Serena Bortone, Barbara Stefanelli, vice direttrice del Corriere della Sera. Un primo varco è stato aperto, ma le associazioni e le donne della società civile scriveranno un libro bianco da consegnare presto al Governo per indicare somme e utilizzo dei soldi del Recovery fund, tra asili nido, incentivi, servizi di cura e assistenza, investimenti in STEM, nuovi organismi di parità. Qui il testo integrale della lettera.

Leggi anche: “Non avrai altro Dio all’infuori del TAR”: ecco dove rischiano di finire i soldi del Recovery Fund (se arrivano)

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