Giovane picchiato a Colleferro, lo stesso paese dove fu ucciso Willy Monteiro. “Ho difeso un amico: è stata una vendetta”. Arrestati gli aggressori
Ragazzo picchiato a Colleferro, lo stesso paese di Willy Monteiro Duarte
Un ragazzo di 17 anni è stato picchiato nella giornata di sabato 17 aprile a Colleferro, lo stesso paese di Willy Monteiro Duarte, il 21enne italo-capoverdiano brutalmente ucciso lo scorso 5 settembre (qui la ricostruzione completa della vicenda).
Per il pestaggio sono stati arrestati due ragazzi di 18 e 19 anni di Colleferro, che ora sono accusati di lesioni gravissime. Secondo quanto ricostruito, Lorenzo C., questo il nome della vittima che vive a Segni, comune non molto distante dalla cittadina laziale, si trovava insieme ad alcuni amici in corso Filippo Turati, all’angolo con piazza delle Repubblica, quando sono stati avvicinati da due coetanei di Colleferro.
I due avrebbero colpito a calci e pugni il 17enne e sarebbero scappati via dopo che il ragazzo, sbattendo la testa contro un’auto in sosta, ha perso i sensi per alcuni minuti.
Il giovane, dopo essere stato stabilizzato presso l’ospedale di Colleferro, è stato trasferito al San Giovanni Addolorata di Roma. La prognosi resta riservata, ma i medici hanno fatto sapere che il ragazzo non è in pericolo di vita.
“Penso che ad aggredirmi erano più di due” avrebbe raccontato Lorenzo agli inquirenti, aggiungendo di aver “in passato difeso un amico da una presa in giro”. Il pestaggio, quindi, sarebbe una sorta di vendetta legata a questo episodio.
La vittima e gli aggressori, inoltre, si conoscevano perché praticavano MMA, le stesse arti marziali praticate da Marco e Gabriele Bianchi, i fratelli accusati dell’omicidio di Willy.
Le tante analogie con il caso di Willy Monteiro Duarte (qui il suo profilo) hanno fatto ripiombare nell’incubo Colleferro e il suo primo cittadino, Pierluigi Sanna, che sul suo profilo Facebook ha scritto: “Non avrei mai pensato di riprovare certe sensazioni, di risentire un nodo alla gola così stretto”.
“Ieri sera alla fine ci sono andato personalmente in Ospedale, assieme al Sindaco di Segni Piero Cascioli. Ci siamo accertati che il giovane partisse immediatamente per il San Giovanni e che la mamma potesse andare con lui, dopo che lo splendido personale del Pronto Soccorso aveva già stabilizzato la situazione”.
“Con la mamma siamo stati fino a che non è arrivata l’ambulanza che poi è partita per Roma; sono riuscito a parlare anche un po’ con lui, a fatica. Un ragazzo ferito nell’orgoglio che resisteva al dolore con atteggiamento stoico, che si sottoponeva al tampone nonostante il dolore che provava sul viso tumefatto. Avrei voluto stringerlo ma non era possibile: ho cercato di fargli capire che eravamo tutti con lui e che “tutti” significa comunità”.
“Non so se il Covid ha peggiorato o meno la situazione – scrive ancora il sindaco di Colleferro – ma ripeto che quanto è accaduto non si può accettare. Ringrazio e mi congratulo con la Polizia di Stato per l’ottimo lavoro svolto nell’assicurare alla giustizia i responsabili. So che anche la Polizia Locale ha dato una mano e ne sono orgoglioso. Se fossero scappati sparendo, i responsabili avrebbero macchiato ancor di più l’onore della nostra Colleferro. Assieme al Sindaco di Segni, raccogliendo l’appello della Polizia di Stato, invitiamo tutti i cittadini che hanno assistito alla scena a recarsi in caserma per testimoniare sull’accaduto: la vostra testimonianza è e sarà preziosa affinché si possano chiarire le dinamiche”.
Lo stesso Sanna, poi, nella mattinata di domenica 18 aprile si è recato a far visita al 17enne insieme all’assessore alla Salute della Regione Lazio, Alessio D’Amato, il quale ha confermato che il ragazzo è attualmente fuori pericolo.