La protesta di 18mila maturandi: “Azzolina sospenda l’esame di Stato 2020”
Esame di stato 2020, la protesta dei maturandi: “Azzolina lo sospenda”
La ministra dell’istruzione Lucia Azzolina ha chiarito nei dettagli come si svolgerà l’esame di stato 2020: discussione di un elaborato concernente le discipline di indirizzo; discussione di un breve testo, oggetto di studio nell’ambito dell’insegnamento di lingua e letteratura italiana durante il V anno; analisi del materiale scelto dalla commissione. Questa l’articolazione della maturità, che sarà in presenza. Il colloquio durerà un’ora. Solo nel caso in cui le condizioni epidemiologiche e le disposizioni delle autorità competenti lo richiedano, le prove d’esame potranno svolgersi in videoconferenza.
Ipotesi d’esame che però non convince tutti, come i 18mila maturandi che hanno creato la pagina su Instagram @nomaturita2k20 e su Twitter il profilo (@studentiad2020) e che hanno lanciato una petizione da oltre 45mila firme per sospendere gli esami 2020.
“Siamo studenti e sostenitori della pagina @nomaturita2k20, questa petizione ha lo scopo di far sospendere gli esami di quest’anno. Troviamo inammissibile svolgere un esame in questo periodo di difficoltà. Molti studenti stanno vivendo un momento molto difficile: ci sono maturandi che hanno perso parenti, che sono ammalati o che non hanno svolto una lezione decente da febbraio! Il nostro scopo è ottenere un diploma legalmente valido, il cui voto comprenda la media degli ultimi 3 anni scolastici”, annuncia uno dei portavoce della protesta a TPI.
Gli studenti spiegano che durante i mesi di lockdown non per tutti è stato così semplice studiare e prepararsi all’esame, dati anche i problemi dovuti a connessioni internet scadenti o a case anguste in cui è stato difficile trovare spazio adeguato per dedicarsi allo studio. Nella petizione si riportano alcune testimonianze molto esemplificative in questo senso: “Due famigliari sono morti di Covid. Siamo due fratelli con una connessione scarsa”; “Siamo in sei in una casa piccolissima, non ho una stanza personale, né un angolo tranquillo dove seguire le videolezioni”; “Mia mamma lavora. Non è facile seguire le lezioni perché devo badare alla mia sorellina di due anni”.
Ma il problema, secondo i sostenitori della petizione, non riguarda solo la scarsa preparazione, quanto anche la prova in sé. “Com’è possibile che tutti i maturandi italiani debbano sottoporsi ad un esame del genere? Un esame che non vede effettivamente le capacità di uno studente, un esame via webcam, senza il minimo di sicurezza. Un esame che classifica lo studente non tramite un tema, una seconda prova, un orale preparato con i docenti fino all’ultimo giorno, così come era possibile fare negli anni scorsi”, si legge sulla petizione.
È per questo motivo che gli studenti lanciano la loro proposta alla ministra Azzolina: “Abbiamo elaborato una proposta alternativa all’esame di Stato così come è stato concepito nei più recenti decreti. Sappiamo che l’articolo 33 della Costituzione prevede un esame conclusivo del percorso scolastico, ma siamo altrettanto consapevoli del fatto che un Decreto disposto in situazione di necessità ed urgenza non costituirebbe alcun problema. Non vogliamo assolutamente screditare ciò che gli studenti più meritevoli hanno fatto in cinque anni di percorso scolastico, anzi vogliamo valorizzarli dando rilievo all’aspetto meritocratico. Aspetto che potrebbe essere messo a rischio da un colloquio orale con il quale ci si giocano 60 punti e che avviene dopo un periodo di studio pressoché individuale e una situazione di straordinaria emergenza per tutto il popolo italiano”.
“Ecco la nostra proposta alternativa all’esame: 1. No a prove scritte e colloquio orale (tantomeno online). 2. Valutazione sulla base della media degli ultimi tre anni (media moltiplicata per 10). 3. Bonus di 0-10 punti (compresa la lode) attribuito dalla commissione interna considerando percorso scolastico, miglioramenti, impegno, alternanza scuola-lavoro e partecipazione dello studente”.