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La protesta dei magistrati onorari d’Italia: un’onda che parte dal basso e giunge a Roma

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Sabato 12 dicembre dalle 11, i magistrati onorari di Italia si riuniranno davanti alla Cassazione, sfidando l’emergenza pandemica, e irregimentati in Flashmob per chiedere allo Stato, proprio datore di lavoro, il riconoscimento di diritti loro negati, per pretendere tutele, garanzie contro la malattia, la giusta retribuzione per decenni di onorato servizio. L’onda di protesta è partita contemporaneamente a Sud e Nord dell’Italia,  che con Palermo e Milano ha riunito rappresentanti della categoria in una coreografica e composta manifestazione di protesta per “il pane e le rose”, rosse, a simboleggiare la protesta dei lavoratori del 1912 dell’ industria tessile, cui i  magistrati onorari italiani sentono forte la analogia, per la totale assenza di garanzie lavoristiche e di giusta retribuzione, per una categoria a cui si chiede di pronunciare sentenze nel nome del popolo italiano.

Agli estremi dello stivale, si sono unite altre città, altre sedi di tribunale, da Messina, Palmi, Bologna, Torino, Pesaro, e sabato 12 l’onda si ripartirà tra Catania e Roma, le toghe indossate, le rose esposte, e i simboli di una protesta silenziosa contro chi ha abusato della professionalità e dell’onore di una categoria, sempre pronta ad essere richiesta di offrire servigi, mai destinataria di onori, di benefici, di giusti riconoscimenti, se non dalle istituzioni europee.

A Roma, la rosa diventerà gialla, simbolo del tradimento perpetrato per decenni da parte delle istituzioni che detengono il potere, e che, rinnegando il principio della Repubblica Italiana fondata sul lavoro,  per citare il ministro della giustizia, continuano a riprodurre schemi di matrice ottocentesca appellando  la Magistratura onoraria come lo strumento per mantenere il prestigio e le retribuzioni della magistratura ordinaria. Ebbene il tradimento è gravissimo non solo verso una categoria ma anche e soprattutto nei confronti dei Padri costituenti.

Tuttavia, la rosa gialla simboleggia anche il perdono dopo il tradimento,  la apertura ad un nuovo inizio ed è per questo che accanto ai magistratura onoraria saranno presenti rappresentanti della magistratura ordinaria a sostenere, come solo chi effettivamente vive sul campo, il valore del contributo della categoria, perché solo chi quotidianamente si spende per la giustizia, è in grado di apprezzare e sostenere la lotta per i diritti di lavoratori la grande protagonista degli ultimi secoli.

La magistratura onoraria giunge con il flashmob di Roma davanti alla Corte di Cassazione   a chiedere giustizia per la categoria che più di ogni altra dispensa giustizia, invocando un nuovo livello di dialogo con i protagonisti,  che tenga conto della necessaria onestà intellettuale e concretezza, con la convinzione che il tempo ormai sia giunto al termine e gli indugi non siano più ammessi.

È una vergogna nazionale che i giudici italiani siano costretti, sol perché etichettati come “onorari”, a gesti estremi perché vivono in un Paese fermo a due secoli fa. I Magistrati onorari si incontreranno sabato 12 dicembre a Roma alle ore 11 con la rosa gialla e la toga al braccio a chiedere giustizia per chi dispensa giustizia.

Leggi anche: L’eterno limbo dei magistrati onorari senza tutele né diritti: “Governo ipocrita fa promesse e poi ci sfrutta”

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