Processo Ciro Grillo, polemica sulle domande alla ragazza in aula: “Non si è divincolata? E gli slip?”
Processo Ciro Grillo, polemica sulle domande alla ragazza in aula: “Non si è divincolata? E gli slip?”
“È stata davvero pesante”. L’udienza di ieri del processo per stupro contro Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta è stata forse la peggiore finora. È il giudizio, riportato dal Corriere della Sera, di molti dei presenti nell’aula dove per il terzo giorno è stata ascoltata la ragazza che ha denunciato i quattro per violenza sessuale di gruppo.
A far discutere sono state le domande molto intime rivolte dall’avvocata Antonella Cuccureddu, difensore di Francesco Corsiglia.
Alcuni esempi: “Ma se aveva le gambe piegate, come ha fatto a toglierle i pantaloni?“, “Ci può spiegare come le sono stati tolti gli slip?”, “Perché non era lubrificata?”, “Perché non ha urlato?”, “Perché non ha usato i denti?”, “Perché non si è divincolata?”. “È stato un interrogatorio da Medioevo”, ha commentato alla fine dell’udienza l’avvocato Dario Romano, legale di parte civile della giovane, che difende con l’avvocata Giulia Bongiorno.
L’avvocata Cuccureddu si è difesa con i cronisti di fronte al tribunale di Tempio Pausania: “Il fatto di cui discutiamo è un fatto di violenza sessuale e non c’è niente di intimo in una violenza sessuale. O è una cosa intima o è una violenza sessuale. E il processo si fa per capire se è stata una cosa intima o violenza sessuale”. Alla domanda dei cronisti sul pericolo di una vittimizzazione secondaria della ragazza, l’avvocata ha replicato seccamente: “Il concetto di vittimizzazione parte da un presupposto, che ci sia una vittima”, ha detto. “Il processo si fa per accertare se c’è una vittima”.
“Mi sento svuotata, sono esausta, mi viene da vomitare”, ha affermato la ragazza prima di lasciare il palazzo di giustizia.