All’Earth Technology Expo il primo acquedotto antisismico d’Italia
Quello “del Pescara” è un progetto che può fare da pilota per numerose aree sismiche italiane e non solo
Il primo acquedotto antisismico italiano è realtà. Ed è stato presentato, anche come possibile esempio da seguire per i numerosi territori a rischio sismico presenti in Italia, all’Earth Tecnology Expo di Firenze, che si è tenuto fino a sabato 16 ottobre alla Fortezza da Basso.
Tale progetto, oggi definitivo, è stato presentato dall’RTP che ha come capofila la Lombardi Ingegneria, che si è aggiudicata la gara europea bandita da CIIP Spa (Cicli Integrati Impianti Primari) di Ascoli Piceno e va a toccare i territori tra i più colpiti dal terremoto del 2016 nel centro Italia. Il suo obiettivo è quello di dare una risposta ad una zona del centro sud delle marche che va dalla provincia di Ascoli a quella di Ancona e che conta circa 800mila persone (circa 1,2 milioni con i fluttuanti), che vive una grave situazione di severità idrica a causa dello spostamento di falde sotterranee e per la quale urgono interventi.
“Siamo partiti nel 2019 con l’idea progettuale – spiega il responsabile dell’acquedotto per CIIP spa, ing. Massimo Tonelli, presente all’Expo di Firenze. – Adesso si può procedere alla fase autorizzativa. L’antisismicità non riguarda semplicemente il fatto di rendere antismiche le strutture, ma progettare un acquedotto con queste caratteristiche significa valutare molteplici aspetti: i tracciati, gli effetti sismoindotti e la possibilità di essere più ridondante nelle parti più delicate. L’obiettivo sarà quello di far girare l’acqua in più percorsi, avendo così la possibilità, attraverso la nuova opera, di non andare in crisi perché un solo punto dell’acquedotto rimane danneggiato.”
A rendere particolarmente significativa l’opera il fatto che si tratti di un acquedotto che attraversa una zona estremamente complessa: i 9 km del primo tratto dell’acquedotto del Pescara, che unisce Capodacqua di Arquata a Borgo di Arquata, è infatti composto da una galleria principale di 4,5 km, due attraversamenti del Tronto, di 130 mt. e 40 mt, in un’area a forte sismicità e compresa tra due Parchi Nazionali (Monti Sibillini e Monti della Laga). Grande innovazione il fatto di aver eliminato un sollevamento che da 60 anni era punto più critico, per tanti motivi. Con il nuovo acquedotto l’acqua, per il solo effetto della gravità, farà superare questo ostacolo.
“La novità tecnica principale – riprende Tonelli – arriva dall’esperienza vissuta ed osservata quando siamo stati colpiti dal terremoto. L’assenza di acqua non è stata dovuta solo alla rottura delle condotte, ma anche all’inservibilità di alcuni impianti di sollevamento, non per mancanza di energia elettrica, ma perché non era possibile neanche ad arrivare a rifornire gli impianti. Oggi le nuove tecnologie ci permettono di valutare possibili dissesti, di valutare le risposte sismiche locali. Ci siamo ispirati a tutte le zone che hanno subìto sismi precedenti ai nostri, con la particolarità che quello che ha colpito le nostre zone ha avuto un susseguirsi di scosse molto forti, con alcune di queste superiori a 5 gradi della scala RIchter. In pratica una parte cospicua dell’acquifero che dai sibillini si riversava verso l’Adriatico, si è spostato verso il Tirreno, facendo scomparire una grandissima porzione delle risorse della zona.”
Un progetto dunque estremamente innovativo al quale, vista la conformazione del territorio italiano, si guarda con grande interesse come modello assoluto da esportare.