Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 17:03
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

Arriva il sì al Ponte sullo Stretto ma non si farà con i soldi del Recovery

Immagine di copertina
Modello del Ponte sullo Stretto Credits: Twitter

Arriva il via libera al Ponte sullo Stretto di Messina, ma fuori tempo massimo per essere finanziato con i fondi del Recovery. La commissione di tecnici istituita dall’ex ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli e confermata dal successore Enrico Giovannini, fa tornare centrale il tema della grande opera più discussa di sempre.

Nella relazione approvata venerdì 30 aprile dal gruppo di lavoro coordinato dal direttore dell’unità di missione del ministero Giuseppe Catalano, c’è il sostanziale ok a un collegamento stabile, con l’indicazione favorevole su due progetti e un terzo “di riserva”. Dopo ben otto mesi la commissione ha prodotto un complesso report – 200 pagine, 50 grafici e 50 tabelle – che è ora sul tavolo del ministro Giovannini, pronto a farla valutare al premier Mario Draghi.

Resta però da sciogliere la questione dei finanziamenti. L’opera non è stata inserita nel Recovery plan, anche per una questione di tempi. Come ha spiegato il ministro Giovannini, “Per le regole del Pnrr entro il 2026 i lotti devono essere in esercizio, fruibili. Quella data non è negoziabile”. Ci sono alcune strade: il project financing, la concessione a privati che assorbirebbero i costi con l’introito dei pedaggi. Il primo progetto, – prosegue Repubblica – con uno stato di elaborazione più avanzato, è quello a unica mandata già portato avanti dalla società Stretto di Messina, in liquidazione dal 2013, che aveva individuato come general contractor il consorzio Eurolink capeggiato da Impregilo (oggi Webuild).

Un progetto attorno al quale, dopo lo stop all’opera voluto dall’ex premier Monti, si è aperto un contenzioso da 700 milioni. La novità attuale è che i tecnici danno il lasciapassare anche per un progetto alternativo: un ponte a tre mandate lungo 3,2 chilometri.

Leggi anche: Salvini: “Ponte sullo Stretto? Potrebbe essere intitolato a Draghi”

Ti potrebbe interessare
Cronaca / Oliviero Toscani è ricoverato all’ospedale in gravi condizioni
Cronaca / Morto a 9 anni a Marsa Alam, la direzione sanitaria: “Complicazioni legate a un tumore al cervello”
Cronaca / Abedini: “Sollevato per la liberazione di Cecilia Sala”. L’avvocato: “Nessun collegamento tra i due casi”
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Oliviero Toscani è ricoverato all’ospedale in gravi condizioni
Cronaca / Morto a 9 anni a Marsa Alam, la direzione sanitaria: “Complicazioni legate a un tumore al cervello”
Cronaca / Abedini: “Sollevato per la liberazione di Cecilia Sala”. L’avvocato: “Nessun collegamento tra i due casi”
Cronaca / Ravenna, filma il padre mentre picchia la madre e la sorella e lo fa arrestare grazie all’app della Polizia
Cronaca / Varriale accusato di violenza e stalking da una terza donna: "L'ha minacciata dal telefono della Rai"
Cronaca / Torino, vide gli amici lanciare una bici e non li fermò: ventenne condannata a 16 anni
Cronaca / Alto Adige, bambino di 7 anni muore dopo un malore a scuola
Cronaca / Quella linea diretta tra la famiglia Sala ed Elon Musk
Cronaca / Cecilia Sala torna a parlare nel suo podcast: “Sono confusa e felicissima, in carcere ho riso due volte”
Cronaca / Com'è andata la trattativa per la liberazione. Meloni: "C'è stata una triangolazione con Iran e Usa"