Pisa, ragazzino di 12 anni in ospedale dopo un calcio a scuola nelle parti intime: ipotesi bullismo
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BULLISMO RAGAZZINO AGGREDITO PISA – La procura di Pisa indaga sull’aggressione subita a scuola da un ragazzino di 12 anni emersa dopo la denuncia dei genitori, e valuta l’ipotesi bullismo. La vicenda viene raccontata oggi dal quotidiano online Pisa Today. Il giovanissimo è stato per mesi oggetto di insulti e derisioni via Whatsapp prima di subire la vera e propria aggressione culminata con il calcio nei testicoli da parte di un compagno, costato il ricovero e un’operazione d’urgenza in ospedale.
Pisa | Ragazzino di 12 anni aggredito da un coetaneo: ipotesi bullismo
L’indagine è scattata dopo la querela dei genitori. “Mio figlio ora sta meglio, ma la scuola dovrà rispondere di quanto accaduto”, ha dichiarato la mamma del dodicenne. “Mamma, ho dolore”, si sarebbe lamentato il ragazzino con la madre. Una frase che ha fatto scattare una corsa in ospedale appena usciti da scuola. Poi il ricovero e la notizia di un’operazione chirurgica. Fortunatamente le conseguenze fisiche non sono state irreparabili.
Dopo la denuncia è stata anche inoltrata una richiesta di risarcimento danni, ad una scuola media di Pisa.
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A raccontare l’accaduto, con referti medici e documentazione alla mano, sono stati i genitori del bambino, convinti che “non è stato fatto abbastanza per evitare che si arrivasse a questo punto”.
Secondo i genitori il primo episodio risale ad ottobre e parte da una chat di Whatsapp. “Inizialmente – ha raccontato ancora la madre a Pisa Today – c’era un gruppo di classe, dove una bambina parlava male di Marco. Con lei c’erano stati già dei problemi l’anno prima, tanto che ebbi anche una discussione con la madre. Comunque per questa frizione hanno litigato, così lei ha creato un altro gruppo a parte dove ha aggiunto i compagni e chiesto loro di schierarsi contro mio figlio”.
La denuncia: accuse alla scuola
La denuncia dei genitori è stata presentata in Procura lo scorso 11 giugno, ed è diretta alla dirigente scolastica e ai genitori dell’aggressore, un coetaneo della vittima, con la richiesta di individuare anche tutti coloro che nel periodo preso in considerazione siano venuti a conoscenza di altri episodi vessatori e abbiano omesso di denunciarli.
Secondo la famiglia del ragazzino infatti “l’escalation di episodi poteva essere interrotta prima dalle autorità scolastiche e invece non è stato fatto nulla, eppure quando segnalai fatti circostanziati la dirigente scolastica mi chiese di non fare denuncia alla polizia postale, per una serie di insulti e derisioni iniziati a ottobre via Whatsapp, perché avrebbe gestito lei la situazione e risolto la questione”.
Gli episodi però sono proseguiti, sempre più gravi come quando – ha raccontato ancora la madre – a febbraio un compagno di classe lo ha ferito con una matita: “quel giorno ha pianto a lungo e vomitato più volte, ma la scuola non mi ha detto nulla”.
“Io ho saputo dell’episodio solo perché la mamma di un altro alunno mi ha chiamato per chiedermi come stesse mio figlio, sono subito andata a scuola scoprendo l’accaduto, ma anche in questa circostanza la dirigente scolastica ha minimizzato”.
L’ultima beffa – ha sottolineato ancora la donna – “è che le attività conclusive dell’anno scolastico prevedevano una rappresentazione sul fenomeno del bullismo: ecco, quella recita si è svolta regolarmente mentre mio figlio era in un letto di ospedale con un’agocannula in un braccio, proprio in conseguenza di quegli atti che la scuola dovrebbe contrastare e che lui ha provato a fare mettendo in pratica gli insegnamenti ricevuti in famiglia e anche dalle insegnanti durante alcuni cortometraggi girati a scuola su quelle tematiche”.