Scuola, entro fine luglio il piano del Governo per il rientro in presenza. I sindacati: “Fuorviante parlare di obbligo vaccinale”
Il Governo presenterà a breve il Piano Scuola alla Conferenza Stato-Regioni, in vista del rientro in classe in presenza di alunni e docenti a settembre, e tra pochi giorni sarà approntata la bozza di uno specifico protocollo di sicurezza. È quanto emerso dalla riunione avvenuta oggi pomeriggio tra il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, l’Associazione nazionale presidi e i sindacati, che hanno definito “fuorviante” discutere di obbligo vaccinale per superare completamente la didattica a distanza (DaD) senza agire sui problemi cronici della scuola, come l’eccessivo numero di studenti per classe.
Durante l’incontro, Bianchi ha annunciato che il ministero di Viale Trastevere adotterà a breve delle specifiche linee guida per chiarire il parere espresso dal Comitato tecnico scientifico in data 12 luglio 2021, quando il Cts ha raccomandato di “promuovere la vaccinazione” tra docenti e alunni al di sopra dei 12 anni, considerando il vaccino “la misura di prevenzione pubblica fondamentale per contenere la diffusione della SARS-CoV-2” e chiedendo al Governo di inserire queste categorie tra quelle prioritarie a cui somministrare i sieri anti-Covid e di adottare “ulteriori misure, anche legislative, per garantire la più elevata soglia di soggetti vaccinati”.
Anche se i dati attuali non consentono troppo ottimismo, il ministero è convinto di riuscire a garantire il ritorno in classe in presenza. Per inizio settembre il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario all’emergenza Covid, punta a raggiungere almeno il 60 per cento degli studenti over 12 vaccinati, ma ad oggi solo il 12 per cento ha ricevuto entrambe le dosi e appena il 17 per cento è in attesa della seconda. Quanto ai docenti e al personale tecnico-amministrativo si calcola ancora un 15 per cento di non vaccinati, pari a circa 220mila persone: ad oggi solo l‘84,83 per cento del personale scolastico ha ricevuto la prima dose e il 78,78 per cento entrambe, mentre a livello nazionale l’esecutivo punta a un obiettivo del 93 per cento.
L’obiettivo di tutto il Governo è la “riapertura in presenza a settembre”, ha comunque ribadito il ministro dell’Istruzione durante l’incontro di oggi con i sindacati, rimarcando i successi e l’importanza di proseguire sulla strada della campagna vaccinale. “Il mondo della scuola ha reagito con responsabilità alla campagna di vaccinazione”, ha aggiunto Bianchi, ricordando come a livello nazionale l’85,5 per cento del personale scolastico risulti già vaccinato contro il nuovo Coronavirus. “Il Governo si è predisposto per tempo alla ripresa, stanziando in totale per la sicurezza più di 1,6 miliardi negli ultimi mesi”.
Secondo Bianchi, “siamo pronti per il Piano scuola, che condivideremo con Regioni e autonomie locali in Conferenza Unificata“. Fonti interne al ministero dell’Istruzione hanno rivelato all’agenzia di stampa Ansa che il piano dovrebbe arrivare in Conferenza Stato-Regioni al più tardi il 29 luglio.
Resta evidente però che le condizioni per un rientro duraturo e in presenza in aula dipendano essenzialmente dall’esito della campagna vaccinale per il personale scolastico e gli studenti. “L’alternativa a questo”, ha ribadito oggi al ministro il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, “è la didattica a distanza“. “Il parere del Cts del 12 luglio non è sufficientemente preciso e deve essere tradotto in concrete indicazioni per le scuole”, ha quindi sottolineato Giannelli.
Tra i principali punti in discussione, l’indicazione da parte del Cts di una deroga al distanziamento con l’obbligo di indossare la mascherina. Secondo i sindacati, se non è possibile assicurare il rispetto della distanza, qualsiasi protocollo di sicurezza potrebbe non risultare sufficiente. Per i rappresentanti dei lavoratori, il problema resta sempre legato al numero di studenti per aula, che andrebbe ridotto “sdoppiando” le classi, un punto su cui il Governo resta contrario.
Contrari invece i sindacati sull’obbligare i docenti al vaccino. “Non sono d’accordo sull’obbligo vaccinale, ma anche l’Europa, tramite una raccomandazione del Consiglio, ci mette in guardia”, ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente di Anief. “Troviamo fuorviante il dibattito sull’obbligatorietà della vaccinazione anti Covid per i docenti”, ha aggiunto Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti. “Se vogliamo davvero mettere la DaD in soffitta, non possiamo ridurre la questione soltanto a questo aspetto, soprattutto se consideriamo che la percentuale di insegnanti immunizzata è molto elevata, a dimostrazione del senso di responsabilità che caratterizza la nostra categoria”.