Controlli duri, sanzioni, numero chiuso: il piano del Governo per evitare assembramenti a Natale
Le vie dello shopping prese d’assalto ieri in alcune città italiane passate da zona rossa ad arancione lascia sconcerti e mette in allarme virologi e politici. Da Torino, il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, definisce “quello che è successo ieri a Torino inaccettabile” e fa sapere che in mattinata si riunirà con prefetto e comitato per l’ordine e la sicurezza.
Come Torino, anche Milano, Roma, Napoli, Bari. Le grandi città si sono affollate per il weekend e il governo cerca di correre ai ripari. Gli attuali controlli non sono sufficienti e così il Viminale sta preparando una nuova circolare da inviare ai prefetti per sollecitare maggior rigore. A firmare la circolare sarà, prima della fine della settimana, il capo di gabinetto Bruno Frattasi che attende però di avere sul tavolo il nuovo Dpcm che il premier presenterà mercoledì per modulare i termini delle ulteriori raccomandazioni. Che sconterà l’enorme numero di richieste di personale delle forze dell’ordine a fronte di un generale allentamento delle restrizioni.
La stretta del Viminale sarà orientata a sanzioni su assembramenti e spostamenti. Saranno poi i comitati per l’ordine e la sicurezza ad individuare le zone da chiudere o in cui prevedere accessi a numero cadenzato, attraverso barriere fisiche o contapersone, similare a quanto si fece quest’estate in alcune spiagge della provincia.
E poi controlli negli hub di collegamento come le stazioni e i punti d’ingresso in città a partire dal weekend precedente al Natale sino all’Epifania, date in cui dovrebbe scattare la stretta sugli spostamenti anche tra regioni gialle, limitando le deroghe ai motivi di lavoro, necessità o urgenza e al ritorno alla propria residenza o domicilio.
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