Pescatori italiani detenuti in Libia, le marinerie di tutta Italia si mobilitano per chiederne la liberazione
Domani, sabato 5 dicembre, alle 12 le marinerie della Sicilia, insieme a quelle di tutta Italia, si fermeranno per un minuto e faranno suonare le sirene e le trombe dei pescherecci ed imbarcazioni per portare la “loro vicinanza ai colleghi di Mazara del Vallo, sequestrati in Libia e prigionieri da 95 giorni”. Lo rende noto Maricò Hopps, commissario cittadino della Lega a Mazara e coordinatore regionale enti locali del Carroccio.
“Si sono già attivate diversissime marinerie siciliane – continua Hopps – che hanno immediatamente dato la propria disponibilità a partecipare alla manifestazione. Ringrazio il responsabile nazionale del dipartimento pesca della Lega Lorenzo Viviani per aver organizzato questa importante iniziativa, sono certa che il suono di sirene che dai tanti porti italiani arriverà a Mazara del Vallo come un’unica e forte richiesta: quella di riportare a casa i nostri pescatori”.
Nel frattempo è stato reso noto che la Regione Siciliana ha destinato 150mila euro in favore delle famiglie dei 18 pescatori di Mazara del Vallo in mano ai libici e agli armatori dei due pescherecci sequestrati. Le risorse finanziarie destinate, derivano da una rimodulazione di fondi del dipartimento Agricoltura. “In un momento cosi’ delicato e snervante, per le famiglie coinvolte, abbiamo scelto la via della concretezza”, cosi’ l’assessore Edy Bandiera ha commentato l’iniziativa, che “ha il fine di alleviare le criticita’ che stanno attraversando non solo le famiglie dei pescatori ma anche gli armatori”.
Alle famiglie dei pescatori sequestrati andranno 100mila euro. Ai due armatori, proprietari delle imbarcazioni, sono destinati, complessivamente, 50 mila euro a parziale ristoro per i danni economici determinati dal sequestro delle barche, in termini di perdita del pescato, di carburante e di costi necessari per realizzare la battuta di pesca compromessa dal sequestro.
La questione dei pescatori italiani bloccati in Libia da tre mesi “è una questione umanitaria che vogliamo risolvere al più presto”. Lo ha detto il vicepremier del governo di accordo nazionale libico, Ahmed Maitig. “Vogliamo vederli tornare a casa molto presto, ma allo stesso tempo dobbiamo rispettare le questioni legali dei due Paesi. Sono entrati nelle acque libiche illegalmente e sono stati fermati”, ha aggiunto.
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