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Peppino Impastato: le frasi celebri contro la Mafia

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Peppino Impastato: le frasi celebri contro la Mafia

Giuseppe Impastato, meglio noto come Peppino (Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978), è stato un giornalista e attivista italiano, membro di Democrazia Proletaria e noto per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra, a seguito delle quali fu assassinato nel 1978. La sua storia e quella di sua madre Felicia, sono state raccontate nel film per la tv Felicia Impastato in onda oggi, 22 maggio, su Rai 1. Durante la sua attività sono state tante le frasi pronunciate da Peppino Impastato contro la Mafia passate alla storia. Quali? Di seguito un breve elenco:

  • Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!
  • La mafia uccide, il silenzio pure.
  • Siamo nei paraggi del maficidio di mafiopoli.
  • Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante nel davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione a rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.
  • Così arrivammo al centro di Mafiopoli, la turrita città piena di gente, che fa per professione l’ingannapopoli.
  • Ascoltiamo adesso l’inno nazionale di Mafiopoli (suono dello scarico del water).
  • Il grande capo, Tano seduto, si aggira come uno sparviero nella piazza, mentre la commissione edilizia è riunita. Si aspetta il grande verdetto.
  • A Mafiopoli si coltiva un ortaggio speciale: il mafio: incrocio tra carciofo, pallone gonfiato e lupara.
  • Costruiremo tanto belle cose, dei seminterrati, 600 metri quadrati di seminterrati, parola di Tano seduto.
  • Il progetto Z11 è passato. Per Don Tano seduto non esistono ostacoli. Ci sarà anche un porticciolo, in costruzione, dove approderanno tutte le puttane dei nostri amici e da dove le nostre merci potranno partire indisturbate.
  • La nostra lista sarà denominata “ospedale da campo” e porterà come simbolo una croce rossa che campeggia su una lupara. E un bisturi. Ma siamo ancora indecisi sul bisturi.
  • Gli aerei cambieranno rotta. Al limite costruiremo un tunnel. La mia grotta artificiale si adatta molto al progetto: la scaviamo ancora e vi facciamo passare gli aerei. Ma adesso spostiamoci a casa mia per festeggiare l’avvenimento. I miei metodi funzionano sempre (spari) ah, ah, ah.
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