“La libreria Pecora Elettrica simbolo di resistenza, potete bruciarla altre mille volte ma risorgerà sempre”: Centocelle risponde all’odio con la cultura
La periferia della Capitale scende in piazza contro l’incendio doloso della libreria di quartiere: in migliaia con i cartelli a forma di pecora
La Pecora Elettrica incendiata, Centocelle scende in piazza
“Siamo tutti La Pecora elettrica”. E ancora “Combatti la paura! Difendi il quartiere”. È lo striscione in testa al corteo, che da piazza dei Mirti sfila per le vie del quartiere Centocelle, periferia est di Roma, in segno di solidarietà alla libreria La Pecora Elettrica, incendiata la notte del 4 novembre, a meno di 24 ore dalla riapertura.
La libreria in via delle Palme infatti, avrebbe riaperto i battenti il 7 novembre, dopo mesi di chiusura dovuti a un altro incendio di origine dolosa avvenuto il 25 aprile scorso. Mesi duri, in cui i proprietari e tutte le persone che lavorano nel bistrot-libreria hanno cercato di ricucire pagine di libri bruciati, oltre che quelle delle loro vite. Hanno messo insieme i fondi necessari per ristrutturare il locale. Si sono fatti forza attraverso la solidarietà delle associazioni di quartiere, tantissime a Centocelle.
La manifestazione viene definita “una passeggiata di autodifesa popolare” perché – spiegano gli organizzatori – “ci pensano i cittadini, non le istituzioni o i politicanti, a fare la difesa del nostro territorio”. A colorare il lungo corteo, prima i fumogeni, e poi i cellulari alzati verso il cielo con centinaia di lucine accese.
“Oggi dobbiamo dare una grande risposta a questo vile attacco a un luogo che tutti sentiamo vicino – spiega Irene Di Noto responsabile dell’associazione antifascista di Roma est ai microfoni di TPI – per dimostrare che la comunità che vivono il territorio sanno resistere e difendersi, se messi sotto attacco”.
“Noi pensiamo che invocare più sicurezza – sottolinea Irene – delegando il controllo dei nostri quartieri alle forze di polizia non serva a difenderci da episodi come quello di stanotte. Dobbiamo, invece, organizzarci e sviluppare rapporti mutuali e solidali tra abitanti per costruire una comunità resistente”.
La politica che manca
Non sono mancate le critiche nei confronti del presidente del municipio V di Roma, Giovanni Boccuzzi, perché, secondo i dimostranti “le istituzioni non hanno dato risposte ai problemi di degrado e di spaccio del quartiere. Stanno abbandonando le periferie. Il presidente di municipio ha paura delle sue ombre”.
In piazza ci sono diverse personalità politiche, come la consigliera regionale del Pd nel Lazio Michela Di Biase e il consigliere Pd in Assemblea capitolina Marco Palumbo.
“Quello che sta succedendo spero sia uno spartiacque tra prima e un dopo – spiega Christian Raimo, scrittore e assessore del III Municipio – C’è un mondo che sta pensando la città come luogo di consumo, ma c’è chi invece vuole una città diversa, a misura delle persone che ci abitano. Questa è una città che o è antifascista o non è. O è antisessista o non è. O e antirazzista o non è. Colpire una libreria è un atto terroristico e mafioso. È un attentato alla città, che non ci sia la sindaca è molto grave, che non lo capiscano le istituzioni è gravissimo. Questo è un caso nazionale”.
Lo storico quartiere rosso di Centocelle è nel frattempo diventato un po’ più nero: alle Europee di maggio scorso il 29,5 per cento dei cittadini del Quinto Municipio ha votato Lega. “Troppa sete di sicurezza”, ci dice un’abitante.
Il live di TPI dalla manifestazione
Chi vuole controllare il quartiere
Poco distante da La Pecora Elettrica, sempre su via delle Palme, il 9 ottobre, anche una pinseria era stata data alle fiamme durante la notte.
I commercianti di via Delle Palme si dicono “preoccupati da questa situazione”. In pochi credono alla matrice politica, destra contro sinistra – pure al vaglio degli inquirenti – i più sono convinti che si tratti di criminalità. Che, è l’ipotesi più ventilata, vuole mettere le mani su un quartiere in via di rinascita.
“Io sono di estrema destra e credo che venga da lì questo atto – dice a TPI un uomo, testa rasata e giubbotto di pelle nera – oltre il pacchetto c’è il forte di Centocelle, lì ci stanno persone di destra estrema che fanno sul serio e là dentro manco la polizia, manco i carabinieri entrano”.
Del momento in cui sono divampate le fiamme nella libreria c’è un video: si vedrebbero le figure di chi ha commesso il gesto anche se, secondo di quanto si apprende, non sarebbero di buona qualità. Stando alle prime ricostruzioni degli inquirenti, un motorino è stato usato come una torcia per aumentare i danni dell’incendio.
Per i carabinieri i responsabili del rogo hanno prima divelto la serranda e poi hanno gettato liquido infiammabile tra i mobili del locale che stava per essere inaugurato. Infine, hanno lanciato uno scooter al centro del locale in modo da amplificare la portata dell’incendio.
“Da quando è stata aperta la stazione della metro – commenta uno studente presente alla manifestazione – stanno inaugurando sempre più negozi, ma tanti si ritrovano con le vetrine sfondate. La criminalità vuole metterci le mani, la luce dà fastidio, è ovvio che al buio si traffica meglio”, sospira una ragazza.
Il buio sulla sicurezza del quartiere
Forse La Pecora elettrica, con le sue luci, disturbava i locali traffici di droga. Queste le principali piste al vaglio dei Carabinieri sull’incendio avvenuto la notte scorsa nella libreria di via delle Palme. Le fiamme divampate intorno alle 3 hanno distrutto completamente il locale alla vigilia della riapertura.
“Sì, il problema è quello che succede nel parchetto, là dove è buio”. Racconta a bassa voce un commerciante che si guarda intorno una, due, tre volte, per assicurarsi che il negozio sia vuoto, poi chiude la porta.
“Si sa che lì spacciano, è chiaro che la libreria dava fastidio” e indica il parco di fronte vicino al Forte Prenestino, dove prima giocavano i bambini e ora i genitori preferiscono non portarci i figli.
“Vede? – dice un altro commerciante indicando la porta – io avevo messo due luci per illuminare un po’. Qualche giorno dopo le ho trovate rotte”.
Nella strada è buio pesto, tutti i lampioni sono spenti. Secondo Alessandra Noce, cittadina e attiva animatrice della comunità di quartiere, quello che sta succedendo dipende da “qualcuno che vuole mettere le mani sul quartiere.
“C’è qualcuno che vuole mettersi a fare affari sulla nostra vita – dice Alessandra a TPI – Chi ci sta dietro questi attentati? Chi specula su spaccio e immobiliare. Noi non vogliamo un posto controllato dalla polizia solo per farci i soldi. Lo Stato è assente. Ci parlano di sicurezza, noi vogliamo quella di un quartiere che vuole vivere libero. Luci spente, degrado e marginalità sono un connubio perfetto per far succedere indisturbati questi atti criminali. Questo territorio è invece pieno di vita e di iniziative bellissime, vogliamo vederlo splendere!”.
“Che nella zona della Pecora elettrica ci sia spaccio lo sanno tutti e da anni – spiegano Valeria e Sara, entrambe residenti nel quartiere – ovviamente non possiamo sapere con certezza se il rogo dipende da quello ma è l’ipotesi più accreditata. Anche tra i frequentatori degli spacciatori”.
“Centocelle non si tocca, la difenderemo con la lotta”
La “passeggiata di autodifesa” l’hanno chiamata così come a dire: Centocelle si difende da sola. Ma da chi esattamente?
“La sicurezza è difenderci da chi brucia i libri”, dice una donna. Dal corteo, sulle note di “Tutta mia la città”, si levano cori e promesse, grida di sostegno all’esperienza della “Pecora elettrica”.
“Siamo tutti la Pecora elettrica, che non è solo un locale al quale ci siamo affezionati, ma sta diventando un simbolo per Centocelle – urla una ragazza nella folla, reggendo una torcia – Vogliono il buio, vogliono la prostituzione, le slot su via Palmiro Togliatti. Non lasceremo questo territorio a chi ci vuole spaventare, a chi vuole i centri commerciali”.
Poi si spengono le luci delle fiaccole, il quartiere si stringe in un abbraccio collettivo: “La Pecora elettrica potete bruciarla altre mille volte, ma risorgerà sempre”.