“Passaporto sanitario”, tampone e app: le regole per trascorrere le vacanze in Sardegna
Il piano del presidente Solinas per andare in Sardegna quest'estate: sarà necessario avere un "passaporto sanitario" con l'esito di un tampone negativo effettuato entro una settimana dalla partenza
“Passaporto sanitario”, tampone e app: le regole per entrare in Sardegna
La “fase 2” deve ancora iniziare ma non manca molto all’estate e le regioni più gettonate per le vacanza cominciano a stendere i piani per affrontare la stagione al tempo del Coronavirus. È il caso della Sardegna e del governatore Christian Solinas che sta lavorando a un piano ben preciso per poter permettere vacanze sicure nella regione. Il piano verrà presto presentato al Governo.
Traffico passeggeri nei porti e negli aeroporti sardi chiuso ancora per “qualche settimana” e poi si potrà andare a trascorrere le vacanze in Sardegna, ma servirà un “passaporto sanitario” che attesti di non essere infetti da Coronavirus. “Credo sia necessario mantenere il blocco – ha spiegato Solinas – per avere il tempo di realizzare nelle porte d’accesso, cioè gli scali, un sistema di controlli in grado di garantire il mantenimento di una immagine di Isola poco toccata dal contagio”.
Come illustra il Fatto Quotidiano, la riapertura agli arrivi avverrà in modo graduale a partire da giugno e i turisti dovranno presentare il cosiddetto “passaporto sanitario” all’arrivo in Sardegna: “Chiediamo che chi voglia prendere una nave o un aereo – ha detto Solinas – presenti con la carta d’imbarco e il documento d’identità un certificato di tampone negativo rilasciato da un qualsiasi laboratorio abilitato non oltre sette giorni prima della data di partenza. Una volta arrivati in Sardegna, i passeggeri si dovranno sottoporre a un test rapido che eseguiremo negli scali, e poi scaricare la app che ci consenta di tracciare gli spostamenti e i contatti per circoscrivere sul nascere eventuali focolai ed evitare una nuova diffusione”.
Il sistema, nelle intenzioni di Solinas, sarà testato già a maggio attraverso una prima apertura degli scali alla sola aviazione generale, cioè voli piccoli e privati “che ci consentano di sperimentare su piccoli numeri questo modello”.
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