Partita del Cuore, Mogol: “Nessuna offesa verso Aurora, l’episodio è stato ingigantito”
Partita del Cuore, Mogol: “Nessuna offesa nei confronti di Aurora”
“Ero lì e non ho sentito le offese che Aurora ha riferito”: Mogol, tra i fondatori della Nazionale Cantanti, torna sulla polemica inerente alle accuse di sessismo denunciate dalla comica dei The Jackal alla Partita del Cuore.
In un’intervista a Il Mattino, il celebre paroliere ha infatti dichiarato: “Ero alla cena, ma non no ho sentito quelle parole. Mi dicono che uno dei manager di questi ragazzi abbia detto ‘Ora faccio montare un casino’ e così è stato. Credo che l’episodio sia stato molto ingigantito grazie ai social network”.
Sulle dimissioni del dirigente Pecchini, Mogol afferma: “Gli avevo consigliato di non dimettersi. Gli ho parlato, era distrutto, ma lui ha voluto farlo per salvaguardare la partita che per molte ore è stata in bilico e voleva che si giocasse”.
“Ha fatto quel gesto – continua Mogol – perché lui è l’anima di questa squadra e non voleva che a causa di questo episodio si sarebbero potuti sottrarre dei fondi alla beneficenza. Sono quarant’anni che è con noi, senza di lui la Nazionale non esisterebbe”.
Mogol, poi, insiste sul fatto che Pecchini non avrebbe mai detto quelle parole. “Io non le ho sentite. Ho parlato con chi era al tavolo dove è successo questo battibecco e mi assicurano che quelle parole non sono state dette. Ho parlato con più persone”.
L’autore, quindi, spiega come a suo dire si sono svolti i fatti. “Pecchini aveva chiesto ai due ragazzi, che non conoscevo, che stavano per arrivare i cantanti al tavolo e che loro non essendo della squadra non potevano restare seduti lì”.
“Aurora (qui il suo profilo) e Ciro si sono alzati senza fare troppe storie e sono andati a cenare al loro tavolo. Solo dopo aver cenato, quando ormai molti di noi erano lontani dalla scena, ci sarebbe stato questo alterco”.
“Il più infuriato – continua Mogol – era uno dei manager dei The Jackal che avrebbe detto ‘ora faccio montare un casino’ e così la cosa è stata strumentalizzata”.
Alla domanda sul perché allora Aurora dovrebbe raccontare delle bugie, Mogol risponde: “Non lo so. So solo che questo è un evento benefico, io sono orgoglioso che in questi quarant’anni abbiamo raccolto oltre cento milioni di euro per la lotta contro il cancro. Mi sarebbe piaciuto si parlasse di questo, la mia sensazione è che qualcosa sia accaduto, ma che sia stato ingigantito”.
Mogol non ha comunque paura di essere accusato di misoginia: “Non fosse altro che per le mie canzoni che dimostrano il contrario, mai potrei essere irrispettoso verso le donne o di qualsiasi discriminazione. Sarà che io sono di altri tempi e non conosco bene i meccanismi della comunicazione di oggi. Mai potrei immaginare che da un piccolo diverbio potesse scoppiare un putiferio come questo. Parliamo della beneficenza che abbiamo fatto in questi anni, mi sembra più importante”.