“Froci, dovete morire”, i “Papà per scelta” ricoperti di insulti sui social
Christian e Carlo sono due papà che hanno avuto due gemelli con la maternità surrogata: sono stati insultati sulla rete per aver raccontato la loro storia
“Froci, dovete morire”: i Papà per scelta ricoperti di insulti per aver raccontato la loro storia di omogenitorialità
Una serie di pesanti insulti sui social a sfondo omofobo per aver raccontato la loro storia. Christian e Carlo hanno costituito una famiglia tutta al maschile: sono due papà per scelta, e hanno avuto due gemellini di quasi due anni attraverso la maternità surrogata.
I due uomini raccontano la propria vita attraverso la pagina Facebook Papà per scelta: il loro amore, l’unione civile, il viaggio in America per accogliere Seba e Julian, gemellini nati da una mamma surrogata. Una storia che non è piaciuta a tutti, come prevedibile, ma forse la mole di insulti da cui Carlo e Christian sono stati travolti è forse peggiore di quanto ci si potesse immaginare.
“Froci, contro natura, pervertiti, morite“, sono alcuni dei commenti che si leggono in rete contro la coppia che ha realizzato il proprio sogno di diventare genitori con la maternità surrogata. Qualcun altro ha scritto: “Gay dovete morire tutti”.
I Papà per scelta hanno deciso di rispondere alle minacce ricevute con un video-denuncia. “La nostra unica colpa? Voler raccontare la nostra storia”. “Quello che scrivete sui social è una vostra responsabilità”, dice Carlo. “L’odio sta diventando l’influencer più pericoloso della rete, in grado di reclutare menti vulnerabili, insicure, rancorose”, prosegue nel video.
“Insulti usati come arma di distruzione e distrazione di massa”, che “stordiscono, colpiscono la vittima per poi disperdersi nell’aria come se nulla fosse successo”. L’odio, insiste Carlo, “diventa il bullo travestito dal diritto di giudicare la vita degli altri. Io non conosco una cura, continuerò a diffondere amore e rispetto, in attesa che il diritto di esprimere la propria opinione diventi anche il dovere di prendersi le proprie responsabilità. Noi abbiamo le spalle larghe, ma prenderemo decisioni importanti”, avvertono i ragazzi.
Ecco il video della loro risposta: