Papa Francesco: “La Chiesa non rifiuta le persone Lgbt. Se una persona è gay, chi sono io per giudicarlo?”
“Vorrei che i cattolici Lgbt allontanati Chiesa riconoscessero questo non come ‘il rifiuto della Chiesa’, ma piuttosto di ‘persone nella Chiesa’”: lo ha detto Papa Francesco rispondendo per iscritto a tre domande del padre gesuita James Martin riguardanti i cattolici Lgbt, a proposito di cosa direbbe a uno di loro “che ha subito un rifiuto dalla Chiesa”. Ripercorrendo la parabola degli invitati alla festa citata nei vangeli di Matteo e Luca (“I giusti, i peccatori, i ricchi e i poveri, ecc…”), Bergoglio ha spiegato: “Una Chiesa ‘selettiva’, di ‘sangue puro’, non è la Santa Madre Chiesa, ma piuttosto una setta”.
Ritornando anche alle parole pronunciate sul volo di ritorno da Rio de Janeiro dopo il suo primo viaggio internazionale, ha ricordato che in quella occasione aveva detto: “Se una persona è gay, cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? Avevo parafrasato a memoria il Catechismo della Chiesa cattolica, dove si spiega che queste persone vanno trattate con delicatezza e non si devono emarginare. Innanzitutto mi piace che si parli di persone omosessuali: prima c’è la persona, nella sua interezza e dignità. E la persona non è definita soltanto dalla sua tendenza sessuale: non dimentichiamoci che siamo tutti creature amate da Dio, destinatarie del suo infinito amore”.