Danni permanenti al neonato, ostetrica condannata a risarcire mezzo milione: “Omissioni gravemente colpose”
Danni permanenti al neonato, ostetrica condannata a risarcire mezzo milione: “Omissioni gravemente colpose”
Un’ostetrica è stata condannata a risarcire mezzo milione di euro per aver provocato danni permanenti a un neonato. La sanitaria avrebbe sbagliato a interpretare il monitoraggio della frequenza cardiaca, secondo quanto stabilito la Corte dei conti con una sentenza del 14 febbraio scorso, che ha riconosciuto le “omissioni gravemente colpose” dell’ostetrica “dalle quali è derivato il danno permanente al nascituro”, assolvendo invece la ginecologa di turno.
Il caso risale al 2015, quando durante un parto nel presidio ospedaliero di Chiari, in provincia di Brescia, un bambino rimase per lungo tempo senza ossigeno. Secondo la ricostruzione dei giudici, l’ostetrica non avrebbe avvertito il medico di guardia del peggioramento delle condizioni del feto. Nonostante il tracciato del battito cardiaco presentasse caratteristiche preoccupanti, a partire dalle 22:23, i giudici hanno osservato che la sanitaria aveva annotando nella cartella clinica, per tre volte in un’ora, “cardiotocografia rassicurante”. In precedenza la ginecologa aveva già somministrato l’amnioinfusione, dopo la rilevazione di una frequenza di categoria II che sarebbe potuta evolvere in una sofferenza del feto, riportando i parametri alla normalità. I giudici concludono che il danno al bambino si sarebbe potuto evitare se ci fosse stato un parto cesareo entro le 23:45 di quella sera, l’ora in cui l’ostetrica aveva finalmente chiesto l’intervento, senza urgenza, della ginecologa.
Il risarcimento dovrà essere corrisposto all’Azienda socio sanitaria territoriale Franciacorta, che nel 2018 si era impegnata a versare un milione e mezzo di euro alla famiglia del bambino.