Ornella Muti condannata a 6 mesi di carcere: saltò uno spettacolo per andare a cena con Putin
Ornella Muti condannata – Ornella Muti è stata condannata a sei mesi di reclusione e al pagamento di 500 euro di multa per tentata truffa aggravata e falso. Lo scorso mercoledì la Cassazione ha infatti confermato il verdetto emesso dalla Corte di Appello di Trieste il 6 luglio 2017.
I fatti risalgono al 10 dicembre 2010 quando l’attrice cancellò uno spettacolo al Teatro Verdi di Pordenone, dandosi malata, per partecipare a un gala di beneficenza a San Pietroburgo, Russia.
La Muti, che era nel cast de L’Ebreo di Gianni Clementi per un un cachet da 24 mila euro, non si presentò alla serata a fronte di un certificato medico per laringo-tracheite acuta con febbre, tosse e raucedine.
Addirittura le era stato imposto dal medico il divieto a usare la voce per cinque giorni. E invece la 64enne romana era volata in Russia all’evento di beneficenza a cui avevano preso parte il presidente russo Vladimir Putin (con cui era stata paparazzata) e l’attore americano Kevin Costner.
“Sarei andata ugualmente, ho solo anticipato la partenza data l’impossibilità a recitare quella sera. Non era una scusa, lo spettacolo consisteva in un monologo urlato di oltre un’ora che non avrei potuto sostenere. Ma la voce rauca non impedisce di partecipare a una cena”, aveva spiegato la Muti ai giudici.
Nella sua requisitoria il procuratore generale della Cassazione Pietro Molino aveva chiesto ai supremi giudici della Seconda sezione penale della Suprema Corte di dichiarare “inammissibile” il ricorso della difesa della Muti, come è avvenuto.
La sospensione condizionale della pena è subordinata al pagamento di una provvisionale di 30 mila euro al Teatro Verdi, “vittima” del comportamento dell’attrice che aveva preferito partecipare al gala in Russia.
Tuttavia la cifra potrebbe risultare piuttosto difficile da reperire considerato che Francesca Romana Rivelli, così all’anagrafe, è stata già sfrattata per morosità nel 2017 con sua figlia Naike dalla sua casa romana.
Una circostanza che potrebbe influire negativamente sulla valutazione dei servizi sociali a cui ora verrà probabilmente affidata in prova: dunque il carcere potrebbe essere un’ipotesi più che plausibile.