Il pentimento dell’operatore del 118: “Ero il capo dei no vax, ma ho avuto paura del Covid e ora mi sono vaccinato”
Era considerato il capo dei no vax. Poi il pentimento: “Ho capito che dicevo un sacco di stupidaggini. E oggi sono andato a vaccinarmi”. Si racconta in un’intervista a Repubblica Paolo Viviano, autista per la Asl di Barletta. In tanti anni ha guidato ambulanze, auto mediche, oggi trasporta farmaci nei reparti, anche quelli Covid. Fino a poco tempo fa non aveva alcuna intenzione di vaccinarsi, mentre adesso ha fatto la prima dose. Una folgorazione sulla via di Damasco.
“Sono sempre stato molto scettico, in generale, sui vaccini. Perché mi è capitato di vedere delle reazioni allergiche importanti. E perché penso, anzi pensavo, che rappresentassero un modo per le cause farmaceutiche di arricchirsi. Somministrare un farmaco a tantissime persone fa fare un sacco di soldi”, rivela l’uomo a Giuliano Foschini.
Anche sui social, fino a pochi giorni fa, Viviano condivideva video e tesi no vax: “Pensavo dicessero la verità”, si difende. “Ora – prosegue – sono convinto che tutte quelle cose sono delle cavolate. E mi dispiace averle in qualche modo rilanciate. Spero di non aver convinto nessuno”. “Non sono un medico ma lavoro da sempre negli ospedali. So di cosa stiamo parlando. A me, però, le cose imposte non piacciono. Vorrei decidere per me. Normalmente quando mi dicono che devo fare qualcosa, senza darmi la possibilità di scegliere sulla mia vita, non mi piace”, argomenta Viviano a Repubblica.
Ma come è avvenuta questa conversione? “Quando ho visto le terapie intensive così piene, quando ho visto ragazzi di 40 anni arrancare senza respiro. Quando i miei amici medici o infermieri mi hanno raccontato, ogni mattina, che le rianimazioni scoppiano e che ci sono persone, senza alcuna patologia pregressa, che non riescono a stare in piedi perché non hanno più fiato. Ecco, tutto questo non poteva essere un complotto. Era la verità. E io ce l’avevo davanti agli occhi. Ho avuto paura”.
“L’unica maniera per salvarci da questo incubo, per evitare che le persone stiano così male, era vaccinarsi. Poi avevo una responsabilità anche lavorativa: giro per i reparti, anche Covid. Rischiavo di ammalarmi. Ma anche di essere pericoloso per i pazienti”, aggiunge Viviano. Che poi rivela: “Mio figlio è un operatore sociosanitario, lavora qui. Per di più in un reparto Covid. E anche lui, vedendo le mie perplessità, aveva deciso di non vaccinarsi”. Ora si sono vaccinati entrambi.
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