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Iniziato lo sbarco di donne e bambini dalla Geo Barents. La Humanity 1 disobbedisce e resta nel porto di Catania

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Anche dalla nave Geo Barents donne e bimbi accompagnati dalle madri sono tra i primi ad essere sbarcati nel porto di Catania: sull’imbarcazione di soccorso di Medici Senza Frontiere, arrivata con a bordo 572 naufraghi, gli ispettori stanno “valutando i casi di vulnerabilità” per portare a terra soltanto le persone che risulteranno necessarie di assistenza. Tra queste ci sono tre donne incinte, 50 minorenni non accompagnati e altri dieci minorenni assieme alle loro famiglie. La Geo Barents è entrata in acque territoriali nel primo pomeriggio di oggi. Una situazione simile a quanto successo in mattinata con la nave Humanity 1 della Ong ‘Sos Humanity’, con a bordo 179 naufraghi, sbarcata nella notte al porto di Catania, scortata da una motovedetta della Guardia costiera. Come previsto dal nuovo decreto, è stata eseguita una ispezione sanitaria per individuare fragili, donne e bambini, i soli ai quali è permesso di sbarcare. La nave è al momento ancorata al molo 25 del porto di Catania, con il capitano che si rifiuta di partire con i 34 migranti “respinti”: “Rimarremo qui assieme ai sopravvissuti finché non saranno sbarcati”.

“I primi a sbarcare sono stati minorenni e bambini piccoli accompagnati dalle madri. I controlli sono ancora in corso, ma Catania non ci è stato assegnato come porto sicuro”, ha spiegato Petra Krischok, portavoce di Sos Humanity, parlando con i giornalisti sul molo di Levante dopo che i primi migranti sono fatti scendere dalla nave della ong. “Non sono io il capitano, non decido io – ha aggiunto – ma lasciare il porto di Catania se non dovessero sbarcare tutti i migranti che sono a bordo della nave sarebbe illegale, perché sono tutti profughi”.

“In questo istante sulla nave un naufrago si è sentito male e non c’è neanche un’ambulanza sul posto. La Presidente Giorgia Meloni ha la responsabilità di ogni vita attualmente sospesa su questa nave SOS-Humanity presso il porto di Catania. Non potete piegare la vita dei esseri umani alle vostre convenienze di Palazzo!”, ha fatto sapere Aboubakar Soumahoro, il deputato di Verdi e Sinistra Italiana che ha seguito tutte le operazioni di sbarco.

La nave Humanity 1 ha attraccato in porto verso le 23.30, dopo che nelle scorse ore era stata autorizzata ad entrare nelle acque territoriali in seguito ad un peggioramento delle condizioni meteo. “Le persone che hanno i requisiti possono sbarcare, ma gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali”, la linea dettata dal nuovo ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che, da Milano, sottolinea che l’Italia si fa “carico di ciò che presenta problemi di ordine assistenziale e umanitario”, ma, spiega, “senza derogare al fatto che gli obblighi di presa in carico competono allo Stato di bandiera” e “senza venire meno agli obblighi umanitari su cui non faremo mai marcia indietro”.

Per la ong Sos Humanity il provvedimento “è illegale” perché le 179 persone soccorse sono “rifugiati, in uno stato vulnerabile, alcuni di loro visibilmente traumatizzati: hanno bisogno di cure mediche e psicologiche”. Ma la Humanity 1 non è l’unica nave a largo delle coste siciliane. “A dieci giorni dal primo soccorso è inaccettabile l’attesa a cui sono sottoposti i profughi a bordo”, dice Candida Lobes, responsabile comunicazione Msf che gestisce la Geo Barents, su cui si trovano 572 persone. “Abbiamo razionato l’acqua e stiamo finendo le scorte alimentari – aggiunge – e in questa situazione non possiamo farci carico anche della gestione delle richieste d’asilo, che non è di nostra competenza”. Oltre alla nave di Medici senza frontiere e la Humanity 1 al largo di Catania c’è anche la Rise Above, con 90 naufraghi a bordo. Continua a restare fuori dalle acque territoriali italiane, rimanendo però vicino al suo ‘confine’, la norvegese Ocean Viking, che ha soccorso 234 migranti. Intanto due navi, non di ong, con a bordo, complessivamente, 147 migranti e due cadaveri, sono arrivate nel porto di Augusta, nel Siracusano.

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