Oms: “Una strategia vaccinale basata su richiami ripetuti non è sostenibile”
Oms: “Una strategia vaccinale basata su richiami ripetuti non è sostenibile”
“Una strategia di vaccinazione basata su richiami ripetuti” dei vaccini anti-Covid originali “ha poche possibilità di essere appropriata o sostenibile”. Lo hanno dichiarato gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità, che hanno suggerito di cambiare la composizione dei vaccini per far sì che continuino a essere efficaci contro Omicron e altre varianti del nuove coronavirus che possano emergere in futuro. “I vaccini anti-Covid devono (…) provocare risposte immunitarie ampie, forti e di lunga durata per ridurre la necessità di ricorrere a dosi di richiamo successive”, hanno detto gli esperti di un gruppo tecnico dell’Oms, che ha chiesto di sviluppare vaccini che abbiano “un alto impatto nella prevenzione del contagio e della trasmissione, oltre che nella prevenzione di malattia grave e morte”.
“In attesa che questi ‘nuovi’ vaccini siano disponibili, e alla luce dell’evoluzione del virus Sars-CoV-2, occorrerà forse aggiornare la composizione degli attuali vaccini anti-Covid, al fine di garantire che continuino a fornire il livello di protezione indicato dall’Oms contro l’infezione e la malattia” causata dalle varianti, hanno detto gli esperti.
Anche l’Agenzia europea del farmaco (Ema) si è detta contraria a una strategia vaccinale basata su richiami ripetuti. “Se l’uso dei richiami può essere considerato parte di un piano di emergenza, vaccinazioni ripetute a brevi intervalli non rappresentano una strategia sostenibile a lungo termine”, ha detto in conferenza stampa Marco Cavaleri, capo della strategia vaccinale dell’Ema.”Sta emergendo una discussione sulla possibilità di somministrare una seconda dose di richiamo con gli stessi vaccini attualmente in uso: non sono ancora stati generati dati a sostegno di questo approccio”, ha aggiunto Cavaleri, affermando che il via libera dell’Ema a vaccini realizzati per affrontare la variante omicron potrebbe arrivare “ad aprile-maggio”.
Sempre oggi il direttore per l’Europa dell’Oms, Hans Kluge, ha detto che più del 50 percento delle persone in Europa potrebbe essere contagiato dalla nuova variante omicron entro le prossime sei-otto settimane. Kluge ha detto che attualmente sono 26 i paesi dell’area europea in cui ogni settimana più dell’1 percento della popolazione contrae Covid-19, dopo aver ricordato che nella prima settimana del 2022 in Europa sono stati riportati più di 7 milioni di nuovi casi di Covid-19, un dato più che raddoppiato rispetto a due settimane prima.
Un altro dirigente dell’Oms oggi ha smentito che la malattia da nuovo coronavirus possa diventare endemica nei prossimi mesi, come invece sostenuto negli ultimi giorni da diversi esponenti politici, tra cui il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. Secondo Catherine Smallwood, responsabile delle risposte di emergenza dell’Oms per l’Europa, nonostante la rapida diffusione di omicron, è ancora poco probabile che il nuovo coronavirus possa diventare endemico entro il 2022.
Prima di poter considerare la malattia da nuovo coronavirus come endemica, ha detto Smallwood, è necessario siano presenti “una circolazione stabile del virus a livelli prevedibili e ondate potenzialmente note e prevedibili di trasmissione epidemica”. “Quello che stiamo vedendo in questo momento non si avvicina minimamente a questo”, ha detto oggi Smallwood aggiungendo che la variante omicron “provoca epidemie e provoca un rapidissimo aumento della circolazione del virus. Quindi non possiamo chiamarlo uno stato endemico della malattia”. “Prima di comportarci come se fosse endemica obbiamo veramente aspettare che il virus stesso inizi a comportarsi come se fosse endemico”, ha affermato.