“Willy è morto per sua scelta, alle 2 era ancora in giro”: il video delirante di Giorgio Di Folco, ex leghista
“Willy morto per sua scelta”: video delirante di Giorgio Di Folco, ex leghista
Mentre vanno avanti le indagini sull’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il ragazzo italo-capoverdiano di 21 anni morto dopo un pestaggio nella notte tra sabato 5 e domenica 6 settembre a Colleferro, sui social fa molto discutere un video pubblicato da Giorgio Di Folco, videomaker di Latina ed ex componente del direttivo locale della Lega. Nel filmato, postato sui suoi canali social, Di Folco si abbandona a dichiarazioni xenofobe e razziste affermando che il giovane cuoco “è morto per sua scelta”. “Ah piccolo Willy – dice Di Folco – che ci facevi alle due di notte in giro? Tu non sei piccolo, sei piccolo di età, ma già sei uno scafato”. Qualche giorno dopo, l’ex leghista (ma il partito di Matteo Salvini ha preso le distanze dall’uomo) ha provato a metterci una pezza, pubblicando un comunicato nel quale si scusa “con la famiglia e con tutte le persone la cui sensibilità è stata offesa”, dando la colpa a una “falsa notizia”.
Il filmato, che dura più di due minuti, è pieno però di frasi offensive nei confronti del 21enne deceduto a Colleferro. “Piccolo Willy – continua Di Folco, dando in pasto il video ai suoi circa 10mila follower davanti ai quali si definisce un reporter – come questi str***etti che a mezzanotte stanno ancora al McDonald’s in giro, bambini di 15 anni, se fate sta fine, è normale. Bambino, a casa a giocare. Non bambino a mezzanotte in giro, se no muore”. Il videomaker condisce poi le sue frasi con una bella dose di razzismo: “Per me sempre immigrato sei, perché in Italia non esistono persone nere. Rimarrai sempre un immigrato, anche se hai una cittadinanza. Per me sei italiano quando sei bianco”. Infine, un monito ai suoi follower: “Adesso Willy non deve essere martirizzato da voi. Ci sono tanti italiani che ogni giorno vengono massacrati da ‘mao mao’. Entrano nelle case, violentano vecchie, spaccano la testa a tante persone italiane”.
Parole durissime, pubblicate sui social e date in pasto a decine di migliaia di utenti. Nel frattempo, la polizia postale di Latina ha deciso di aprire un’inchiesta sugli insulti a sfondo razzista emersi sui social network in questi giorni nei confronti di Willy Monteiro.
Le scuse di Di Folco
Come anticipato, dopo lo scoppio delle polemiche sul suo video, Di Folco ha chiesto scusa in un comunicato. “Le mie improvvide dichiarazioni – ha scritto – sono state dettate sulla base di una falsa notizia e me pervenuta, che parlava di una lotta tra due bande d’immigrati irregolari e spacciatori. Ho avuto la superficialità di esprimere un assurdo commento senza accertare la fondatezza dell’ informazione. Questo è il motivo per cui ho parlato di immigrato irregolare”.
“Non sono mai stato razzista – continua Di Folco – e non lo sarò mai per il colore della pelle, ma lo sono solo ed esclusivamente nei confronti di delinquenti e spacciatori, qualunque sia il colore della pelle. Infatti non appena ho avuto notizia che Willy era un ragazzo serio e per bene, mi sono pubblicamente scusato per il clamoroso ed ingiustificabile mio errore. Di ciò mi scuso con la famiglia e con tutte le persone la cui sensibilità è stata offesa da questa mia dichiarazione. Voglio precisare in proposito che molti ragazzi di colore, sono miei amici, mentre rimarranno per sempre miei peggiori nemici, spacciatori che rovinano e distruggono la vita dei ragazzi e delinquenti comuni che insidiano ogni giorno la serenità di persone per bene come il povero Willy”.
Tutti gli approfondimenti di TPI sull’aggressione di Colleferro: 1. LA CRONACA: 21enne interviene per difendere un amico: massacrato a morte dal branco / 2. LA RICOSTRUZIONE: “Vi prego basta, non respiro più, così è morto Willy / 3. LA BIO: “Sognava di diventare come Totti”: chi era Willy / 4. I PROFILI: Dal culto per le arti marziali ai precedenti per spaccio: chi sono gli aggressori di Willy Monteiro / 5. LE INDAGINI: Colleferro, tre arrestati restano in carcere: Belleggia va ai domiciliari
6. IL DETTAGLIO: Uno degli aggressori di Willy Monteiro insegnava arti marziali ai bambini / 7. LE OPINIONI: Se a uccidere un bianco fossero stati 4 neri sarebbe scoppiato il finimondo (di G. Cavalli) / 8. Quel gesto vigliacco e codardo: infierire sul corpo di Willy quando era già in terra (di Lara Tomasetta) / 9. LA TESTIMONIANZA: “Per noi era come un figlio, sarebbe diventato un bravo chef”: parla il direttore dell’hotel dove lavorava Willy