La confessione shock del killer di Sharon Verzeni: “Mentre la uccidevo mi urlava bastardo”
La confessione shock del killer di Sharon Verzeni: “Mi urlava bastardo”
Continuano a emergere dettagli shock sull’omicidio di Sharon Verzeni: a riferirli è stato Moussa Sangare, il 31enne che ha confessato di aver ucciso la donna senza “un reale motivo”.
Dal verbale dell’interrogatorio, emerge anche la giornata tipo del killer: “Quando mi alzo dipende da quando sono andato a letto la sera prima. Se il wi-fi funziona lavoro da casa. Cosa faccio? Sistemo bicicletta, ma faccio musica, principalmente rnh e hip-hop, è il mio lavoro”.
“Ci sono giorni in cui l’ispirazione manca, così ci fumiamo le canne in studio. Cerco sempre di avere qualcosa da fumare. Con i soldi dei diritti della musica compro fumo e birra”.
Durante l’interrogatorio Moussa Sangare ha rivelato di essere bisex ma di non avere una relazione stabile, parlando, poi, della sua passione per i coltelli: “Sono belli, mi piacerebbe comprarne uno a scatto”.
Quando ha incontrato Sharon “sapevo che volevo accoltellarla” dichiara ancora. “Prima le ho chiesto scusa per quello che stava per accadere, poi l’ho colpita al petto e alla schiena, dopo averla rincorsa. Se mi avesse spintonato probabilmente me ne sarei andato”.
“Sharon tremava e urlava ‘codardo perché, sei un bastardo’. Ho ripreso la bici e mi sono allontanato” ha raccontato ancora il 31enne.
Dopo aver rivelato non essersi voluto disfare del coltello del delitto per conservarlo come “souvenir“, Moussa Sangare ha rivelato di essere tornato a casa ed aver pensato: “Mi sono chiesto perché non stessi piangendo. Mi veniva da piangere però al tempo stesso mi sentivo libero. Pensavo: che roba!”.