Omicidio Sacchi, parla Valerio Del Grosso: “Non volevo uccidere, non avevo mai usato un’arma”
La dichiarazione spontanea rilasciata da Valerio Del Grosso, uno dei due ragazzi accusati dell'omicidio di Luca Sacchi
Omicidio Sacchi, parla Valerio Del Grosso: “Non volevo uccidere, mai usato armi”
Valerio Del Grosso, uno dei due ragazzi accusati di aver commesso l’omicidio di Luca Sacchi lo scorso 23 ottobre a Roma, ha rilasciato una dichiarazione spontanea: “Non volevo uccidere nessuno, era la prima volta che prendevo un’arma in mano”, ha detto il 21enne di San Basilio davanti al gip di Roma Costantino De Robbio e al pm Nadia Plastina.
È l’unica dichiarazione rilasciata da Del Grosso oggi, durante il nuovo interrogatorio di garanzia. Per il resto, su consiglio dell’avvocato Alessandro Marcucci, il giovane – accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio del personal trainer, ucciso da un colpo di pistola alla tempia davanti al pub John Cabot, nel quartiere Appio Latino – si è avvalso della facoltà di non rispondere. Stessa strategia difensiva assunta dall’altro ragazzo coinvolto nelle indagini, Paolo Pirino.
Nel frattempo, continuano le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma. Nella giornata di ieri, 2 dicembre 2019, gli investigatori hanno trovato 31 grammi di cocaina nascosti nel passaruota anteriore destro della Smart ForFour di Pirino, che era in possesso di quell’auto già il giorno prima dell’arresto per l’omicidio di Sacchi.
La Smart in questione non è la stessa su cui si trovavano Del Grosso e Pirino la notte del 23 ottobre. Quella vettura, infatti, era stata restituita alla concessionaria e sostituita con una nuova Smart. Quella su cui i carabinieri, con accertamenti non ripetibili richiesti dal pm, hanno trovato la droga, che superava abbondantemente le dosi per uso personale ed era divisa in bustine. Un’ulteriore dimostrazione di come i due ragazzi, anche dopo la morte di Luca Sacchi, abbiano continuato a spacciare.
Resta da chiarire poi il ruolo della fidanzata di Luca Sacchi, Anastasiya Kylemnyk: l’auto della giovane, una Citroen C1, è stata sequestrata perché si pensa che dovesse trasportare una partita di droga acquistata proprio con i famosi 70mila euro contenuti nel suo zainetto la notte dell’omicidio.